Hack testimonial censurata a Triestema i suoi manifesti compaiono a Gorizia

Manifesti fermati in città, ma nell’isontino la campagna antinfluenza non si ferma. La lettera del direttore Ass. "Dopo le polemiche non tutta Trieste avrebbe condiviso il messaggio"
I manifesti con la Hack per le strade di Gorizia
I manifesti con la Hack per le strade di Gorizia
«Non lasciarti influenzare». Sembra quasi ironico, a questo punto, il manifesto che, col faccione di Margherita Hack, è comparso a Gorizia. L’Ass n°1 Triestina non è riuscita a bloccare in tempo la sua uscita, dopo la clamorosa retromarcia dei vertici dell’Azienda sanitaria locale, ”turbati” dall’incredibile dibattito apertosi in consiglio comunale sull’onorificenza da attribuire o meno alla scienziata, contestata da brandelli della destra come «atea e di sinistra». Come dire che, non si cessa mai di imparare, l’influenza può essere di destra o di sinistra.


La lettera aperta inviata ieri da Fabio Samani, direttore dell’Azienda per i Servizi Sanitari n.1 Triestina, non lascia troppi margini alle interpretazioni. La Hack testimonial del vaccino influenzale è stata segata in quanto, spiega, «ho ritenuto opportuno sospendere la campagna di promozione così impostata, nel momento in cui in altri ambiti, per altri motivi, la città di Trieste si divideva in un giudizio che non mi compete. Chi ha la responsabilità di promuovere la salute di tutta la città – aggiunge – deve veicolare un messaggio che possa esser compreso e condiviso da tutti i cittadini. Così non sarebbe stato, visto l'accaduto». Insomma, sembra di capire: se uno non è in linea col Comune, meglio lasciar perdere.


Eppure, assicura Samani alla Hack, «l'Azienda per i servizi sanitari n. 1 triestina aveva ritenuto di rivolgersi a lei per promuovere la campagna di vaccinazione antinfluenzale e io ho accettato la proposta, consapevole della sua autorevolezza scientifica e del fatto che lei stessa si sottopone convintamente da tanti anni a tale pratica preventiva».

E dunque? Basta una mini-baruffa tra non addetti ai lavori a Palazzo Cheba per rendere inutili anni di riconoscimenti? Forse no, perchè Samani si dice «tuttora convinto che scegliere lei come testimonial di questo messaggio fosse una buona idea. La salute, peraltro, è bene comune e talmente prezioso da richiedere messaggi inequivocabili e condivisi». Se il messaggio legato al vaccino arriva dunque da una scienzata targata sinistra, c’è di che preoccuparsi?


Samani la prende alla larga ma poi precisa che «chi, come me, si occupa da una vita di salute, sa che è necessario affrontarne le tematiche prescindendo dalle differenze: di età, di sesso, di credo politico o religioso. Io provengo, pur in maniera molto meno degna e prestigiosa di lei, da quello stesso mondo scientifico che ha consacrato la sua illustre fama. E' un mondo basato sul rispetto del metodo e sul rispetto delle differenze di opinione». Ottima frase ma che, apparentemente, sembra collidere con la stessa scelta dell’Ass.

E allora? Samani assicura che «Trieste ha bisogno di salute, e ha bisogno anche di rimuovere ostacoli e contrapposizioni, su questo e su altri temi». E aggiunge: «Posso scusarmi pubblicamente con lei per lo sgarbo, se lo ha vissuto come tale. Ma devo riconfermarle sia la convinzione con cui accettai la sua disponibilità alla campagna, sia la scelta di averla sospesa nel momento in cui avrebbe potuto assumere toni e finalità che nulla hanno a che vedere con la scienza e la salute».


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