“Gusti” è costato solo 230mila euro ma il giro d’affari è di 10 milioni
GORIZIA Un giro d’affari che ha sfiorato i 10 milioni di euro. E all’interno c’è tutto: incassi degli stand, introiti di bar e ristoranti che hanno lavorato bene sfruttando la “massa” di persone, affari dei negozi di abbigliamento che hanno avuto - a loro volta - dei concreti e palpabili benefici.
Il tutto grazie a una manifestazione (Gusti di frontiera) che, praticamente, è stata a costo zero per il Comune di Gorizia. Perché gli 80mila euro stanziati dal municipio sono praticamente tutti rientrati attraverso la tassa di occupazione del suolo pubblico. Il resto degli stanziamenti necessari all’organizzazioni di Gusti (224.555 euro secondo la delibera 70 della giunta comunale approvata già nell’aprile scorso) sono arrivati da Camera di commercio, Fondazione Carigo, Regione. Senza dimenticare che è una manifestazione «fatta in casa» e il personale comunale, assieme alla preziosa schiera di volontari, ha lavorato per il suo svolgimento.
«Peraltro, nel computo totale, sono stati spesi 40mila euro in meno rispetto al 2015, a fronte di una crescita di presenze del 25 per cento», rivela il sindaco Ettore Romoli. Il successo della tredicesima edizione è stato tale da costringere parecchi espositori a chiedere in fretta e furia nuove scorte ai fornitori. Il Borgo del Pesce, in via Boccaccio, aveva praticamente esaurito già domenica a pranzo i propri prodotti, mentre i toscani posizionati in via Crispi hanno furoreggiato con la loro fiorentina e sono stati costretti a chiedere due “iniezioni” di carne provenienti da Fiesole. Anche in Borgo Nord Europa la birra irlandese è stata spinata a fiumi.
Questo resta a Gorizia. Soldi. Ma soprattutto la certezza che se si lavora tutti nella medesima direzione anche la “lamentosa” Gorizia può avere successo, può essere al centro dell’attenzione. «Cosa ha lasciato “Gusti”? Ha lasciato la dimostrazione plastica che non siamo una città morta e sonnacchiosa, incapace di reagire alla crisi economica. Abbiamo creato una manifestazione che nessuno pensava fossimo in grado di partorire. E poi c’è l’anomalia che il Comune ha occupato la città. Non ci sono manifestazioni come questa in cui è l’ente locale a curare l’organizzazione dalla A alla Z», rimarca Romoli.
Certo, ci sono stati mugugni. «Ma credo che, alla fine, le proteste siano state “strozzate” dai complimenti. Considerando anche il numero mostruoso di persone, la città è rimasta sufficientemente in ordine. E questa mattina abbiamo già provveduto a iniziare un’opera di profonda pulizia».
Per tirare le somme, ieri mattina è stata organizzata una conferenza stampa alla presenza del sindaco, dell’assessore ai Grandi Eventi Arianna Bellan, del comandante della Polizia locale Marco Muzzatti e del dirigente al welfare, istruzione e cultura Gianni Cortiula. Ed è stata proprio Bellan a fornire una serie di numeri: sono state 65mila le pljeskavice vendute, 55mila i kurtos, 12mila le porzioni di mini-crepes olandesi e 10mila i piatti di gnocchetti austriaci. «Ottantamila sono state le persone che hanno utilizzato i bus navetta e 26.500 quelle trasportate dai treni speciali sulle tratte Sacile-Udine-Gorizia-Monfalcone-Trieste con un incremento - parole dell’assessore - del 50 per cento rispetto all’anno passato».
Senza dimenticare i 9mila partecipanti al “Salotto del Gusto” che ha nobilitato e reso meno sagra diffusa la manifestazione enogastronomica.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo