Guina abbassa le serrande Il rebus dell’attività futura
Si spengono le insegne, si svuotano le vetrine e restano solo i ricordi. Negli anni Trieste ha perso colonne portanti del commercio, negozi storici che hanno accompagnato la vita di intere generazioni, contribuendo a disegnare l’identità delle nostra città. Da settimane i triestini passando in via Genova, hanno il timore di non rivedere più accendersi le luci del negozio di abbigliamento Guina. Jolanda Seveglievich, la storica titolare, è deceduta in giugno lasciando attorno a quell’attività, alle sua clientela e al mondo del commercio un grande vuoto. La sua determinazione, la grande professionalità, l’amore per il lavoro che l’ha spinta a non lasciare quel negozio nemmeno quanto faticava ad uscire di casa, facevano di Guina una perla rara di Trieste.
A poche settimane dalla sua morte, l’attività, è stata chiusa. Un cartello sistemato sulla porta d’ingresso riferisce che il negozio è “chiuso per pratiche inventariali”. I triestini si chiedono che fine farà la boutique di abbigliamento dietro alla chiesa di San Spiridione, se la figlia Marta Piccoli prenderà le redini dell'attività restituendo a Trieste un angolo di storia. Più passa il tempo, più l'ottimismo però svanisce. «I chiamati all’eredità stanno concludendo l'inventario e attendendo di espletare tutte le pratiche burocratiche. Chiediamo discrezione. Alla fine delle procedure prenderemo le nostre decisioni», si limita a riferire la figlia Marta, lasciando così un filo di speranza alle tante affezionate clienti.
Ma sono state tante negli ultimi anni le chiusure eccellenti in città. A fine 2014 l’addio ai grandi magazzini Godina. Nel maggio del 2015 la notizia della chiusura di Marchi Gomma. L’anno successivo, nel 2016, ad alzare bandiera bianca era stato Smolars. La dipartita dei marchi storici, era iniziata anni prima. Trieste nel tempo ha visto sparire realtà come Zanolin, Universaltecnica, Galtrucco, Mitis, Wallner o negozi più piccoli ma pieni di storia come la cappelleria Tiberio. Si rincorrono ancora le storiche foto dell'importane magazzino di abbigliamento Beltrame in Corso Italia e anche sui social, talvolta, qualcuno esibisce con malinconia il frammento di una carta da regalo con l'indimenticabile marchio Orvisi, il negozio di giocattoli chiuso nel 2002. Non è stata chiusa ma ha perso il sapore e lo spirito di una volta la Cremcaffè di piazza Goldoni. Mettere mano alla storia, talvolta, crea danni irreparabili. E per la città quello non è più il paradiso del caffè, ma uno dei tanti bar presenti in città, senza agganci con la tradizione lasciata alle spalle.
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L.T.
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