Guerra delle tessere. La Lega raddoppia il numero di iscritti. Il Pd cerca il riscatto
TRIESTE Il popolo della Lega è quello silenzioso che ha poi parlato alle urne. Ma Massimiliano Panizzut, che negli anni Novanta ha fatto professione di fede secessionista e ora è deputato e organizzatore regionale di partito nella Lega di governo di Matteo Salvini, conta con «grande soddisfazione» anche i numeri all’insù di sostenitori e militanti. I primi sono più che raddoppiati, i secondi crescono del 15%. Merito di due campagne elettorali vincenti, prima le politiche poi le regionali, con tanto di presidente in carica, e di una luna di miele come mai in passato con il 30% degli italiani, assicura il parlamentare milanese di nascita ma residente ad Aviano, dove è stato anche segretario di sezione della Lega Nord. «Il bilancio dei tesseramenti si farà a fine anno – spiega Panizzut –, ma già ora il quadro è più che confortante: i sostenitori sono passati da 300 a 750, e altri ne devo ancora caricare nel sistema, i militanti salgono da 600 a 700».
Sono le due tipologie di iscrizione al movimento. Per diventare socio sostenitore leghista è sufficiente presentarsi a una qualsiasi sezione del territorio e versare 10 euro, mentre per la “promozione” a militante, così si legge nel regolamento, è necessario aver svolto un periodo di militanza attiva e volontaria della durata di non meno di dodici mesi. A quel punto è possibile presentare domanda alla sezione comunale in cui si è iscritti.
Ad andare a caccia di tesserati con un’organizzazione solida alle spalle è anche il Partito democratico. La concomitanza con il percorso congressuale fa sì che l’operazione si chiuda quest’anno a fine settembre, fa sapere il segretario regionale Salvatore Spitaleri. Si parte dai dati resi noti nella primavera 2017, quando il partito si preparava al congresso nazionale con in campo Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano. Un’era geologica fa se si pensa che all’epoca il Pd era al governo, guidava la Regione Fvg e il Comune di Udine. Tutto perso. «Contiamo comunque di replicare le adesioni di allora» dice Spitaleri. Il riferimento sono dunque i 4.830 iscritti 2017, di cui 765 a Trieste e 956 a Gorizia.
Un altro partito che le tessere le conta è Fratelli d’Italia. «Siamo più di mille» esulta Fabio Scoccimarro rimarcando l’onda lunga del congresso del congresso di Trieste, dicembre scorso, quando arrivarono in città quattromila delegati da tutta Italia. Una conferma di buona salute, anche se poi sono arrivati risultati elettorali discreti ma non straordinari, e allora chissà che non sia una buona idea preparare la stagione dei congressi. «Non c’è conflittualità, nessuno ce lo chiede, ma visto che sono passati cinque anni da quando i coordinatori provinciali e il sottoscritto sono stati nominati - rileva Scoccimarro -, credo potrebbe essere opportuno che la base elegga i segretari».
Nessuna novità, invece, sul fronte di Forza Italia. Nell’attesa che i berlusconiani procedano al rinnovo del coordinamento regionale, Ferruccio Anzit, coordinatore provinciale di Udine, dice che le segreterie stanno raccogliendo i tesseramenti e che il limite è fissato a fine luglio, «ma c’è flessibilità, andremo a settembre». Quanto ai numeri, «si vedrà». Storicamente «Forza Italia in Friuli Venezia Giulia viaggia attorno ai 3.500 iscritti». — M.B.
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