Guerra delle antenne usate per il 5G Parte la diffida contro il Comune

Una richiesta di moratoria al Comune di Trieste per bloccare la costruzione di antenne per la navigazione a 5G in per la presunta pericolosità degli impianti sulla salute dell’uomo. Pericolosità che, però, viene smentita dall’Arpa. L’avvocato Alessandra Devetag per conto del presidente del Circolo Miani, ha inviato la diffida al sindaco Roberto Dipiazza nei giorni scorsi: «Nel documento - spiega la legale - abbiamo riportato numerose ricerca tra cui lo studio effettuato dall’Istituto Ramazzini di Bologna, uno dei centri più importanti nel campo oncologico. Anche il Comitato scientifico sulla salute della Commissione europea nel 2018 specificava come mancassero studi certi sul tema. Fino a quando non verrà fatta chiarezza attraverso una ricerca eseguita da un istituto indipendente sulla sicurezza per l’uomo riteniamo che questi impianti non dovrebbero venir installati».
Il Circolo Miani ricorda che 220 comuni in Italia, oltre alla Svizzera e alla Slovenia hanno al momento vietato l’uso del 5G. «La vicenda ricorda quella dell’amianto - rincara Devetag -: per anni nel caso dell’eternit è stato usato materiale con effetti cancerogeni gravissimi e in molti ne erano a conoscenza». Il presidente del Circolo, Maurizio Fogar, in ogni caso si dice pessimista: «Mi pare problematico trovare una interlocuzione con questa amministrazione, temo dovremo proseguire con l’azione legale cui è associata una richiesta di accesso agli atti su nuove installazioni». Non è esclusa neanche una manifestazione pubblica quando l’emergenza Covid-19 sarà rientrata.
L’amministrazione comunale preferisce non ribattere ed evitare di entrare nel caso specifico essendoci un procedimento in corso. Dal Municipio però si precisa che non vi sono al momento richieste di installazione di impianti 5G sul territorio e che non è nemmeno prevista la costruzione di nuove antenne: gli attuali lavori in corso segnalati da alcuni cittadini servono esclusivamente per la predisposizione degli impianti. Dall’amministrazione ricordano inoltre la sentenza della Corte Costituzionale nella quale le antenne vengono indicate come «servizio essenziale» e dunque impossibile da vietare. Il Comune precisa poi che, nel momento in cui arriverà una richiesta relativa al 5G, verrà fatta un conferenza dei servizi con Arpa, Azienda Sanitaria e gli enti preposti e la decisione verrà presa su base scientifica.
Dal canto suo Arpa inoltre conferma come non vi siano impianti 5G attivi a Trieste, precisando che però sono arrivate delle richieste di parere per 19 impianti da installare su strutture già esistenti. Sul discorso salute viene inoltre specificato come lo studio dell’Istituto Ramazzini sia stato bocciato dall’Icnirp, la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti, organismo non governativo riconosciuto dall’Oms che definisce lo studio non in grado di fornire evidenze coerenti e affidabili per intervenire sulle attuali linee guida. Quanto alla pericolosità delle frequenze, si fa notare che la maggiore ha 26Ghz, vale a dire una potenza 10 mila volte meno elevata rispetto alla luce visibile, anch’essa una radiazione magnetica. —
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