Guerra del Terrano, Lubiana non arretra
TRIESTE. Il sasso nello stagno lo ha lanciato l’europarlamentare croato della Dieta democratica istriana, Ivan Jakov›i„ con un’interpellanza al commissario europeo per l’Agricoltura, Phil Hogan. Risultato? la “Guerra del Terrano” è riesplosa tra Slovenia e Croazia rischiando di tirare in mezzo anche i produttori italiani del pregiato vino tipico della terra carsica. Il motivo del contendere è la denominazione doc ottenuta per il terrano dalla Slovenia sotto il nome di “Teran”. Zagabria, però, quattordici anni dopo, rialza la testa e chiede che anche i suoi produttori, ma anche quelli italiani, di questo tipo di uvaggio possano fregiarsi dello stesso nome. Ma la risposta della Slovenia, forte del proprio diritto europeo acquisito, è assolutamente negativa.
Eppure il ministro croato dell’Agricoltura, Tihomir Jakovina ha sostenuto, dopo il suo colloquio di lunedì scorso a Bruxelles con il commissario Hogan, di essere certo che la Croazia potrà produrre vino con denominazione “Teran”. Prima di fare ciò però, secondo il ministro croato, bisognerà trovare un accordo con la Slovenia e con la Commissione europea. Hogan, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa croata Hina, avrebbe proposto un incontro trilaterale tra Croazia, Slovenia e Commissione Ue prima a livello di tecnici e poi a livello di ministri. In quest’ambito, secondo Jakovina, si troverà la soluzione per tutelare anche gli interessi dei produttori croati di Terrano.
Lubiana però punta i piedi. «La tutela slovena del terrano è incontestabile - replica la sottosegretaria all’Agricoltura, Tanja Strniša sulle colonne del Delo - la Croazia nella fase di transizione precedente l’adesione all’Unione europea ha avuto la possibilità che i suoi produttori di vino potessero etichettare come “Teran” tutte le riserve e la produzione anteriore all’ingresso nell’Unione (1 luglio 2013 ndr.) e non dimentichiamo che Zagabria nel firmare l’Accordo di associazione si è impegnata a rispettare tutte le denominazioni d’origine già in essere».
Spiegati i propri sacrosanti diritti garantiti da “mamma” Europa la Slovenia però passa addirittura all’attacco e le autorità del ministero dell’Agricoltura di Lubiana sottolineano come i produttori croati continuino a tutt’oggi a produrre vino con etichetta “Teran”, che del conteso vino si tenga addirittura un festival ad Albona e che sul vitigno si sia tenuto anche un simposio a Zagabria. «Noi vigiliamo su tutto - affermano al ministero sloveno dell’Agricoltura - e di tutto ciò abbiamo puntualmente avvisato anche la Commissione europea».
Lubiana, quindi, non siederà ad alcun tavolo di mediazione. Anzi da Lubiana fanno sapere che Bruxelles nega che il commissario all’Agricoltura abbia pormesso una trilaterale politica sul tema “Teran”.
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