Guerra a colpi di firme per le statue a Trieste: l’asburgico Ressel sfida D’Annunzio

Iniziativa per dedicare un monumento in piazza della Borsa all’inventore dell’elica navale, simbolo antinazionalista di pace

TRIESTE «Il Comune dedichi una statua in piazza della Borsa all’illustre concittadino Josef Ressel, inventore dell’elica navale, della posta pneumatica e ispettore forestale autore del rimboschimento del Carso». In più, «corregga il nome di battesimo indicando quello vero, “Josef”, invece dell’italianizzato “Giuseppe”, nel piccolo e decentrato vicolo cieco a lui dedicato». Prima D’Annunzio, ora Ressel. La proposta di erigere in piazza della Borsa una statua dedicata all’inventore di origine boema è stata presentata ieri dal libraio triestino Paolo Deganutti raccogliendo nell’arco di poche ore più di 200 firme, compresa quella dello scrittore e giornalista Paolo Rumiz.

Un’altra petizione, dunque, dopo quella dei giorni scorsi aperta per dire no alla scelta del Comune di omaggiare il Vate con la statua davanti alla Camera di commercio e seguita poi da un’ulteriore raccolta di firme che è invece favorevole al monumento dannunziano.

Il promotore nel testo della nuova petizione specifica che «è rivolta a tutti i cittadini di Trieste, di qualsiasi nazionalità, etnia, religione o orientamento politico». Deganutti è già tra i firmatari della petizione contro la statua di D’Annunzio, ma «mi farebbe piacere – ha precisato, interpellato dal Piccolo – se anche chi è favorevole al Vate firmasse la petizione per Ressel. Si tratta di onorare un inventore straordinario, antesignano dell’ambientalismo, a cui Trieste deve tantissimo. Se il Carso è il meraviglioso scenario che conosciamo oggi lo dobbiamo a lui. Davvero, questa proposta non nasce con intento polemico».



Inevitabile, peraltro, che l’iniziativa finisca per porre in antitesi le figure storiche di Ressel e D’Annunzio. Come dire: in piazza della Borsa meglio il triestino-asburgico Josef, simbolo di inventiva e progresso pacifico multietnico ma finora misconosciuto per difetto di italianità, rispetto al Vate, genio immaginifico finché si vuole, eppure percepito come icona di retorica nazionalista e guerrafondaia.

«È del tutto evidente, anche dalla italianizzazione del nome, che l’ostracismo a Ressel è dovuto al fatto che non era di nazionalità italiana – si legge nel testo della petizione –: cosa invisa a chi ne ha perseguito o ammirato una politica di italianizzazione forzata».

Alla raccolta firme si accede su http://chng.it/tJ5cs6jPfz . Nella prima parte si ricorda che «Ressel si trasferì a Trieste nel 1820. Nel 1827 ottenne il brevetto per l’elica che sperimentò con successo due anni più tardi nel porto triestino. La sua invenzione fu di portata incalcolabile: rivoluzionò navigazione e commerci. Nella sua vita realizzò più di trenta invenzioni tecniche e ottenne il riconoscimento di dieci brevetti. Tra queste i cuscinetti a sfera senza oliatura, una pressa per la produzione di vino e olio, un laminatoio, una macchina a vapore con raffreddamento ad aria, un metodo per la produzione di sapone e la posta pneumatica». Fu anche ispettore forestale e operò in Carso e in Istria. «Il suo avveniristico e preveggente programma di rimboschimento nelle terre meridionali dell’Impero salvò il patrimonio forestale delle Alpi Orientali e diede l’aspetto che conosciamo al Carso, allora landa desolata e pietrosa, contribuendo alla diffusa coscienza ambientale tipica delle nostre terre. Ora un monumento a lui dedicato si trova di fronte al Politecnico di Vienna e un’altra statua si trova a Lubiana dove morì durante un viaggio di lavoro. La Repubblica Austriaca gli dedicò la banconota da 500 scellini».

Nel 2017 in occasione del 190° anniversario del brevetto dell’elica l’associazione TriesteBella e il Circolo Istria avevano presentato un pubblico appello per una statua in suo ricordo. «Trieste oggi si vuole presentare al mondo come porto franco internazionale e città della scienza – sottolinea Deganutti – e tale immagine verrebbe rafforzata dando risalto alla figura di Ressel con una statua in piazza della Borsa, centro commerciale della città a cui l’invenzione dell’elica diede un impulso decisivo». —




 

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