Guardia medica e ambulatori chiusi a Gorizia, Pronto soccorso sovraccarico

GORIZIA È il rapporto causa-effetto. Se i Pronto soccorso sono intasati e registrano un incremento rilevante di accessi, la motivazione è anche da ricercarsi nel fatto che il servizio di continuità assistenziale (guardia medica) non si svolge più in sede ambulatoriale ma solo domiciliare. E la responsabilità non è certamente dei medici ma di una situazione “sindacale” che sembra non sbloccarsi.
Gli ambulatori, infatti, sono ancora chiusi «perché l’Aas - spiegano i lavoratori del settore - non ha ritenuto di finanziare le visite a non residenti e l’apertura degli presidi della continuità assistenziale (guardia medica). Tale situazione, non lo nascondiamo, porta anche a momenti di tensione, che a volte sfociano in vere e proprie aggressioni, e conflittualità con pazienti e familiari».
Chi lavora quotidianamente in questo comparto rileva la difficoltà da parte delle Aziende sanitarie a reperire medici per coprire i turni di servizio della continuità assistenziale e della guardia medica turistica su tutto il territorio, anche «a causa della non adeguata remunerazione oraria rapportata alla nota pericolosità e rischiosità del servizio. La sicurezza delle sedi di guardia medica, infatti, non è ancora ottimale».
Vengono denunciate, poi, la mancata integrazione dei medici di continuità assistenziale nelle forme associative previste dalla riforma (Aft, Mgi, Cap) e la mancata applicazione dell’istituto contrattuale della reperibilità (articolo 71 Acn), come richiesto dalle rappresentanze sindacali, dai medici di continuità assistenziale ed anche dai comitati “Salvaguardia della salute” di varie città, tra le quali Grado, che non hanno ancora ricevuto risposta dal direttore generale.
«Se adeguatamente normate e remunerate, si potrebbero rinforzare le attività ambulatoriali dei medici di continuità assistenziale (Mca, ex guardie mediche) che aiuterebbero ad affrontare le varie emergenze stagionali (caldo in estate, influenzali in inverno). Inoltre - spiegano i medici - si potrebbero impiegare i Mca in ambulatori dedicati ai codici bianchi sulla base di specifica contrattazione, dando supporto diretto ai Pronto soccorso. Ultimo ma non meno importante, nell’ottica di un pieno potenziamento del territorio, sarebbe necessaria la riattivazione del corso Met (Medici di emergenza territoriale), mancante dal 2007 in Fvg, come formazione per le guardie mediche, e per implementazione adeguata degli stessi nel territorio per affrontare l’emergenza/urgenza in modo adeguato, ad esempio con medici formati presenti anche nelle ambulanze». —
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