Guardia alta contro le truffe dei “finti” cuccioli di razza

TRIESTE «Ho acquistato un cane di razza, ma non mi hanno consegnato il pedigree». «Ho comperato un pastore tedesco, ma poi ho dovuto pagare il pedigree a parte». Sfoghi come questi sono particolarmente diffusi tra i proprietari di cani di razza. Che, nel momento in cui decidono di prendersi in casa un cucciolo “di valore”, deve prestare attenzione alla serietà dell’allevatore e tenere la guardia alta contro le truffe che avvengono in rete. La Regione, in un vademecum che riporta le leggi in materia nonché i riferimenti normativi nazionali, offre un valido supporto per stanare eventuali inganni. «Diffidare - si legge - degli annunci in rete che riportano solo nomi e numero di telefono cellulare e danno la possibilità di ricevere il cucciolo in luoghi diversi da un’attività commerciale, un allevamento, tipo uscita di un casello autostradale».
Va tenuto presente che un cane o un gatto per essere definiti “di razza” devono avere il pedigree, il documento dove viene riportato l'elenco completo degli ascendenti paterni e materni di un animale, come risultante da appositi libri genealogici. Il pedigree viene ceduto insieme al passaggio di proprietà. La vendita di animali definiti “di razza” senza pedigree e sanzionabile ai sensi del decreto legislativo 529 del 1992. Non è illegale vendere un meticcio, ovvero un cane senza pedigree, è illegale invece vendere un cane senza pedigree affermando che sia un cane di tale razza. Per legge, un cane “di razza” senza pedigree è un meticcio. «Se, - ricorda la Regione - ad esempio, compare un annuncio di vendita di “barboncini senza pedigree” si è passibili di denuncia per truffa. È truffa dichiarare che i genitori del cucciolo hanno il pedigree, ma per vari motivi non e stato richiesto per i cuccioli da vendere». Il pedigree costa circa 30 euro. —
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