«Gruppo Hera pronto a investire su Trieste per le future gare del gas»

«Per le prossime gare del gas, prevedibili nel 2016, Hera investirà complessivamente 230-250 milioni: il 20-25% riguarderà le aree del Friuli Venezia Giulia di nostro interesse». Cioè 50-60 milioni su Trieste, Gorizia, Udine.
L’appuntamento progettuale con il depuratore ha consentito all’amministratore delegato di Hera, Stefano Venier, alcune sintetiche considerazioni sull’andamento generale del gruppo, che negli ultimi tre anni, sotto la presidenza di Tomaso Tommasi di Vignano, ha ampliato il raggio d’azione all’area nord-orientale.
Prima AcegasAps (quindi Trieste e Padova), poi Amga (quindi Udine) sono finite, con l’analogo metodo della fusione per incorporazione, nel vasto dominio della seconda utility nazionale, dominio originariamente basato sulle province emilane e romagnole.
«Siamo soddisfatti per come le aziende del Nordest si siano connesse con Hera - ha osservato Venier - anche il processo di integrazione di Udine sta funzionando secondo le attese». Ricordiamo che la controllata AcegasApsAmga ha programmato nel piano triennale 2015-18 investimenti per 170 milioni sul territorio triestino.
Venier è venuto a Trieste per illustrate il triplice intervento idrico-ambientale pianificato nel Nord Adriatico tra Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, nell’ambito del quale - precisa Venier - le competenze utilizzate per il maxi-progetto riminese coinvolgono anche Servola: l’ufficio direzione lavori è lo stesso per Trieste e per la città balneare romagnola.
Dal punto di vista gestionale, «i risultati valutati fino ad agosto - riprende Venier - erano in linea con i dati della semestrale, che hanno visto migliorare i principali indicatori». I nove mesi 2015 saranno esaminati l’11 novembre dal cda del gruppo, nel quale siedono, come rappresentanti di Trieste e Padova, Riccardo Illy e Cesare Pillon. La semestrale, approvata il 26 agosto scorso, ha visto un aumento dei ricavi del 6,6% a 2,2 miliardi, un migliramento del margine operativo del 2,5% a 459,1 milioni, un aumento dell’utile del 10,2% a 115,4 milioni.
La strategia di ampliamento non ha cambiato le modalità, che - spiega Venier - restano quelle legate a «operazioni di medie dimensioni in una logica di prossimità territoriale». Modalità che una ventina di giorni fa hanno consigliato una risposta freddina alla rinnovata proposta del sindaco torinese Piero Fassino di mettere insieme A2a (Milano-Brescia), Iren (Torino-Genova-Reggio-Parma-Piacenza), la stessa Hera.
Sempre da Venier “no comment” sul ridimensionamento della presenza pubblica nell’assetto azionario Hera: «La questione riguarda i soci».
Anche ieri una buona giornata per il titolo in Piazza Affari, dove ha chiuso a 2,35 euro. Il 2015 è risultato molto buono per la quotazione borsistica del gruppo: +4,44% nel mese, +7,80% nei sei mesi, +16,45% sull’anno.
magr
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