Grotteschi, metaforici ed estrosi: in mostra gli “Animali” di Altan

Creature immaginarie affiancate dalle didascalie di Benni nella rassegna in occasione dei 130 anni del Piccolo
Lasorte Trieste 23/11/11 - Palazzo Costanzi, Inaugurazione Mostra Altan,
Lasorte Trieste 23/11/11 - Palazzo Costanzi, Inaugurazione Mostra Altan,

di Matteo Unterweger

Imbattersi nel trippo, solido tacchinone dal canto armonioso, in pieno centro città? O scorgere la somiglianza del fuggione con lo struzzo da carne marchigiano? E ancora, capire come mai del dodo, dopo il suo trasferimento dalle Mauritius al Madagascar, si siano perse le tracce. C’è un solo posto dove tutto questo può accadere e dove incontrare queste bestiole è possibile: a Trieste, all’interno della sala Veruda di palazzo Costanzi, dove ieri è stata inaugurata la mostra “Animali Speciali” del notissimo disegnatore Francesco Tullio Altan, il padre della “Pimpa” nonché vignettista, fra gli altri, anche per L’Espresso e La Repubblica. Un appuntamento organizzato nell’ambito delle iniziative legate ai 130 anni del Piccolo e che vede l’assessorato alla Cultura del Comune e la società Portopiccolo in veste di promotori.

Sono creature immaginarie quelle che Altan propone al pubblico nell’esposizione triestina, frutto del mix fra il suo tocco naif e la componente grottesca data da particolari e deformazioni. Il tutto, completato dalle didascalie satiriche di Stefano Benni. Dalle quali si scopre inoltre - citati trippo, fuggione e dodo - che lo struzzosocrate si distingue per l’ego ritroso e paturniale. E che il cunicjo beluga, mezzo coniglio e metà pesce, può tramutarsi, una volta pescato, in pietanza ghiotta per gli amanti del caviale. Occhio, poi, alle differenze sottili: lo stercone da uno, una sorta di cavallo di color giallo, fa parte della famiglia degli artiodattili e viene descritto come animale generoso, anche se meno del suo stretto parente, lo stercone da tre, la cui immagine è raffigurata nel quadro appeso a fianco. Fantasia sì, ma anche qualche messaggio subliminale da scoprire osservando, leggendo e infine riflettendo. Per andare oltre all’immagine in sé. «Volendo, in alcuni dei quadri, se uno vuole può trovare dei significati, anche politici». Lo spiega Altan, pochi minuti prima dell’inaugurazione della mostra. Definita da lui stesso «inedita, insolita per me. Anche come tecnica utilizzata». Un dettaglio, infine: «È la prima volta che espongo a Trieste». Non troppo distante da casa: il disegnatore vive infatti in regione, ad Aquileia.

Per i cittadini, fino al 18 dicembre, dunque «l’opportunità di incontrare il talento e l’estro di Altan» e con essi quelle «didascalie fulminanti», dalla grande «potenza evocativa», come sottolineato dal direttore del Piccolo, Paolo Possamai. Presente anche il “padrone di casa”, cioè il Comune, rappresentato dal sindaco Roberto Cosolini e dall’assessore alla Cultura Andrea Mariani. «Lei con la sua opera ha superato ampiamente i confini della tecnica e dell’arte - sono state le parole del primo cittadino, indirizzate ad Altan -, aggiungendovi della magia, qualcosa che fa la differenza. Grazie».

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