Grotta Gigante, record di visite: in un anno oltre 110 mila ingressi. Sold – out lo spettacolo della Befana
Diecimila presenze in più del 2023. I gestori: «Turismo responsabile, contrari al modello luna park»
“Gigante”, non più solo per le dimensioni ma anche per il flusso di visitatori. La Grotta Gigante ha chiuso il 2024 con un record di presenze: 110.549 ingressi, 10 mila in più rispetto all’anno precedente. Gran parte proviene dalla regione, ma crescono gli arrivi dall’estero, soprattutto da Slovenia, Croazia, Austria e Germania per ammirare lo scrigno di stalattiti e stalagmiti di Sgonico, aperto al pubblico dal 1908. Quasi un visitatore su quattro è uno studente. Intere classi hanno fatto visita alla sorprendente cavità ipogea, per un totale di 25.164 presenze.
Il dato complessivo è il più alto mai registrato finora, segno che l’impennata del turismo in Friuli Venezia Giulia investe anche l’altopiano carsico. Del resto le grotte rappresentano una ricchezza peculiare e un’attrattiva dal grande potenziale turistico. Nell’intera regione finora sono state censite 8.604 cavità (stando al catasto speleologico), di cui 2.994 disseminate in provincia di Trieste. Quelle fruibili al pubblico si contano sulle dita di una mano o poco più. La sfida si snoda, quindi, su un doppio binario: da un lato far conoscere le meraviglie che si nascondono nel sottosuolo, dall’altro proteggerle e tutelarle.
Per la Befana sold out
Biglietti a ruba per la “Befana in Grotta Gigante”, il tradizionale spettacolo del 6 gennaio: i 900 posti sono andati esauriti. Gli speleologi si sono calati dal soffitto travestiti da befane.
Turismo si, ma sostenibile
«Turismo sì, ma in modo sostenibile – afferma Paolo Toffanin, presidente della Società alpina delle Giulie, l’associazione che gestisce il sito –. Non vogliamo che la Grotta Gigante diventi un parco divertimenti». In questo contesto, è possibile leggere un riferimento alle alle “cugine” Grotte di Postumia, il cui modello di gestione solleva più di qualche interrogativo.
«Ci impegniamo per mantenere i numeri raggiunti, migliorando le attività di divulgazione – afferma Toffanin –. E al contempo facciamo il possibile per non aggravare la pressione antropica sul fragile ambiente ipogeo».
L’impatto dei visitatori
Accogliere decine di migliaia di visitatori significa infatti portare nella grotta un esercito di potenziali minacce. Dai microrganismi che poi colonizzano la cavità alle lampade accese 9 ore al giorno per garantire l’illuminazione del percorso. «Stiamo sperimentando nuove contromisure per ridurre l’impatto – spiega Federica Papi, biologa e guida –. Una riguarda l’attivazione notturna di lampade a raggi ultravioletti per impedire che le piante proliferino infestando la grotta. E sensibilizziamo i visitatori a comportamenti rispettosi: vale la raccomandazione di sempre di non toccare le concrezioni, altrimenti c’è il rischio di comprometterne la crescita».
Promuovere le visite, secondo i gestori, è un modo per fare divulgazione e al tempo stesso contribuire al rafforzamento di una coscienza ambientalista. «Questo mondo sotterraneo non va soltanto contemplato per il fascino che esercita su di noi, ma va anche capito, rispettato e protetto», concludono. Con il cambiamento climatico, il rischio di vederlo sparire è dietro l’angolo.
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