Grim a un passo dalla conquista del Pd
TRIESTE. Antonella Grim sempre più vicina alla segreteria regionale del Pd. Il tappeto rosso per la renziana, assessore comunale della giunta Cosolini, stavolta potrebbero srotolarlo direttamente i cuperliani e i civatiani. Le due correnti, rappresentate in Fvg dal sindaco di Staranzano Lorenzo Presot e dal ventinovenne studente di Medicina Francesco Foti, sono pronte al passo indietro.
L’ennesimo colpo di scena nel partito chiamato al rinnovo dei vertici, dunque, dopo il ritiro più o meno telecomandato degli altri tre candidati vicini al sindaco di Firenze, Nerio Nesladek, Paolo Coppola e Diego Moretti. Quella di Grim, stando così le cose, si prefigurerebbe come una corsa in solitaria tale da vanificare le primarie del 16 febbraio: con un solo nome in campo non si faranno. Era stato il segretario uscente, Renzo Travanut, ottenuta l’intesa tra i renziani, a sollecitare la convergenza su Grim. Il primo a gettare la spugna è Presot: «C’è la mia disponibilità a dialogare per trovare una sintesi su un nome unico. Anche perché la mia candidatura non vuole essere di fazione o di bandiera. Sono quindi pronto a confluire su Grim anche se – sottolinea il cuperliano – non siamo stati coinvolti nella scelta su di lei». Pure Foti, adesso, apre uno spiraglio o forse qualcosa di più: «Ci hanno chiamati per discutere - fa sapere il giovane triestino, espressione dell’area che si rifà a Pippo Civati -. Possiamo valutare una soluzione unitaria se ci sarà condivisione sui temi. Il percorso finora è stato accidentato e confuso, quindi per portare avanti i nostri contenuti avevamo deciso di presentare la mia candidatura. Però ora vediamo cosa ci dicono». Un ripensamento dell’ultimo momento, almeno a leggere il comunicato diffuso appena ventiquattrore prima dal coordinamento. Una nota che dà il polso delle fibrillazioni che accompagnano la corsa alla segreteria: «In mancanza di contendenti, quella di Grim sarebbe una proposta unica e non unitaria – si leggeva nel testo – perché un percorso si costruisce dal confronto su idee e visione del partito». Altrimenti si andrebbe «dritti all’immobilità e alla volatilità politica del Pd».
Ma ora è ripartito il dialogo tra le diverse anime democrat o, almeno, riprenderà nelle prossime ore. In caso contrario il partito si troverebbe con un singolare braccio di ferro tra due triestini, Grim e Foti. Un’ulteriore puntata di una telenovela che si trascina da giorni, non particolarmente gradita nell’ambiente. Franco Brussa, presidente del coordinamento dei comitati pro-Renzi a Gorizia, si dice preoccupato: «Mi auguro che la decisione su Grim riesca a mettere d’accordo tutti. Io fino all’ultimo ho cercato di dimostrare che Gorizia avrebbe potuto risolvere la questione territoriale tra Trieste e Udine». Nel caso si andasse alle primarie «non ritengo che Grim, nome nato dalla contrapposizione triestina, avrà quel consenso che un’altra figura, più visibile e legata al territorio, potrebbe ottenere». Mauro Travanut preferisce non entrare «nel crocevia di renziani, fatto di operazioni a tavolino, indotte da imposizioni dall’alto». «Serracchiani ha tacitato Coppola, Moretti e Nesladek. È quello che tutti sanno ma che si ha paura di dire» afferma il consigliere regionale. Da Roma il deputato Giorgio Brandolin, sostenitore di Presot, auspica comunque «una soluzione ai problemi di campanile». Perché «non è la residenza a determinare la qualità di una persona. Siamo alla ricerca di un rilancio del partito ad aprirsi alla società, alle categorie e ai giovani senza fare differenze da chi proviene dai Ds piuttosto che dai Margherita». Moretti, l’altro renziano fresco di dietrofront assieme a Coppola e Nesladek, è pronto a lavorare per la squadra. «Da adesso in poi sosteniamo Grim, ci mancherebbe. Spiace però che non ci sia un candidato dell’isontino e che si sia arrivati a lei solo alla fine».
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