Grillo taglia le europaghe, Zullo si allinea

L’ingegnere pordenonese pronto a rinunciare a mille euro. «Ma non di più, rischio di rimetterci»
L'eurodeputato M5S Marco Zullo con Beppe Grillo
L'eurodeputato M5S Marco Zullo con Beppe Grillo

«Mille euro possono essere restituiti senza problemi, ma per cifre superiori è tutto da valutare». Marco Zullo, espressione del Fvg nella fila del Movimento 5 Stelle all’Europarlamento, interviene così nel dibattito innescato in casa pentastellata dall’«ordine» impartito dal leader Beppe Grillo. Leader che, appunto, ha imposto un taglio agli stipendi degli eurodeputati di almeno mille euro: cifra sensibilmente inferiore rispetto a quella chiesta a chi siede a Montecitorio e Palazzo Madama, tanto da suscitare più di qualche mugugno nel movimento. «Ma le critiche piovute su questa vicenda - ribatte Zullo - sono basate sul nulla e derivano da una carenza di informazione».

Al momento della candidatura, spiega il grillino eletto in Europa, «c’erano delle opzioni relative alla destinazione dei mille euro da restituire. Io però non ho dato indicazioni perchè mi pareva prematuro. E, in ogni caso, al momento di candidarmi, l’ammontare della paga era l’ultimo dei miei pensieri». Il deputato europeo era conscio che, «come eletti, ci sarebbe stata una somma da restituire come si è sempre dichiarato» ma «l’Europa è diversa da Roma e i meccanismi per la restituzione non sono così semplici, considerato che si tratta complessivamente di circa 2 milioni di euro nell’arco della legislatura».

Gli uffici competenti si sono di fatto appena insediati «e con loro - spiega ancora Zullo - stiamo verificando come ci possiamo muovere, considerato che non è possibile destinare questi soldi a soggetti politici né a soggetti privati in maniera continuativa, per evitare il rischio di voto di scambio». Il parlamentare europeo chiede quindi “pazienza” a chi, anche tra gli attivisti 5 Stelle, in questi giorni sta accusando gli eletti in Europa di voler scavalcare le regole del movimento per fare la “cresta” sulle indennità: «La nostra richiesta di restituire soldi è anomala per il Parlamento Europeo, altri lo fanno ma non così pubblicamente. Ma il rischio, se non ci si attiene alle regole, è quello di avere dei controlli o delle sanzioni per utilizzo improprio delle risorse che abbiamo a disposizione» sottolinea Zullo, che approfitta per fare anche un po’ di chiarezza sui soldi che vengono assegnati ai deputati europei. «Il nostro compenso è di 6.249 euro netti al mese, chi parla di 19 mila euro lo fa impropriamente perché questa cifra è la somma dell’indennità di base, della diaria di 300 euro per ogni giorno di attività istituzionale e di altre voci che però non restano in tasca al singolo deputato ma possono essere utilizzate solo per scopi precisi».

Da qui l’approfondimento con gli uffici per capire come e quanto restituire: «Mille euro vanno bene, magari più avanti vedremo che si potrà restituire una somma anche superiore ma questo è tutto da vedere» afferma Zullo, che sottolinea come «la vita a Bruxelles è costosa, tanto più per chi si approccia a questa esperienza con la voglia di fare davvero attività politica. È vero che abbiamo i 300 euro di diaria ma se ci si reca agli uffici del Parlamento Europeo in giornate in cui non ci sono commissioni o lavori d’aula, lo si fa a proprie spese. E lo stesso vale per le volte in cui si va a Strasburgo (una settimana al mese) o per l’attività sul territorio».

L’esponente grillino commenta con “rammarico” le prese di posizione polemiche di alcuni suoi colleghi che siedono a Roma: «Ribadisco: non restituisco mille euro a fronte di 19 mila, le cifre in gioco sono altre. I 6.249 euro non sono pochi ma per vivere a Bruxelles spendo cifre che non ero abituato a spendere, e di certo non per fare la bella vita. E io qui vivo da solo, raggiunto solo ogni tanto da mia moglie, ma ci sono colleghi che hanno portato la famiglia perché magari vengono dal Sud Italia e ci mettono un giorno intero solo per il viaggio. Non si può chiedere di rinunciare per cinque anni alla propria famiglia». Nel caso di Zullo c’è poi di mezzo anche un ricorso contro la sua elezione: «Mi costerà 15mila euro e se dovesse andare male rischio anche di perderci. E in ogni caso posso assicurare che non mi arricchirò stando qui. Magari potrà farlo chi si limita a presenziare ai lavori senza fare attività politica ma questo non è il nostro caso».
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo