Grillo prepara la cacciata dei dissidenti
ROMA. I Cinque Stelle sono di nuovo sull’orlo di una nuova ondata di espulsioni. Le fibrillazioni sul governo causate dai civatiani si saldano ai malumori interni e la tensione dentro il Movimento sale alle stelle.
La prima “scomunica” arriva sul senatore Luis Orellana: il suo meet up, quello della provincia di Pavia, mette nero su bianco la presa di distanza dal parlamentare che figura insieme agli altri tre senatori, fra cui il triestino Lorenzo Battista, che non hanno gradito il modo in cui Beppe Grillo ha condotto la consultazione con Matteo Renzi.
«Orellana è stato sfiduciato dal territorio» annuncia di prima mattina in un tweet Grillo commentando la nota in cui il gruppo territoriale afferma di non riconoscerlo più come «portavoce affidabile e rappresentativo». E la seconda mossa che la maggioranza Cinque Stelle muove verso i dissidenti che, dopo l’invito a farsi da parte, avevano chiarito di non voler togliere il disturbo.
In attesa che arrivino altre “scomuniche” dalla base - nel caso di Battista alla presa di posizione del consigliere comunale triestino Paolo Menis («non gli piace la linea, si dimetta») dovrebbe seguire un documento ufficiale - in Parlamento si organizza, intanto, il processo. La prossima settimana sarà convocata un’assemblea congiunta di deputati e senatori a Cinque Stelle per affrontare la questione delle espulsioni. La riunione è data per certa nel Movimento anche se ancora non è stato deciso nè quando, nè come.
A parte Orellana, infatti, per gli altri senatori che hanno criticato Grillo, e cioè Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino non c’è un documento di protesta che arrivi dai gruppi territoriali. Resta, in ogni caso, la possibilità di avviare il procedimento per iniziativa dei gruppi parlamentari che, fa notare il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, è «l’iter seguito fino ad oggi» per decidere l’allontanamento dal gruppo di chi si è messo fuori dalla linea del Movimento. Per Di Maio, tuttavia, «la questione vera che si apre ora è quella delle rendicontazioni».
Insomma l’auto da fè che si organizza contro i dissidenti sarà un processo che punterà su più fronti e su più teste e farà anche leva su uno degli argomenti più sentiti dentro il Movimento: quello della restituzione e della rendicontazione dei soldi.
«Un'assemblea per la “scomunica” sarebbe un errore politico importante» avverte Campanella che, da parte sua, si sente “coperto”, insieme al collega siciliano Fabrizio Bocchino, da possibili iniziative del meet up di Palermo dove un tentativo di presa di distanza dai due senatori è stato fermato con 47 voti contro 10.
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