Grillo: "Al voto col Porcellum". Ma il ribelle Battista: "Follia che danneggia il Paese"

Il senatore triestino dei 5 Stelle: "Credo che quella di Beppe sia solo una provocazione. Abbiamo raccolto le firme contro questa legge, impensabile tornare indietro"
Foto Bruni 11.02.13 Confronto politico tra candidati al Savoia organizzato da Ande, Lorenzo Battista
Foto Bruni 11.02.13 Confronto politico tra candidati al Savoia organizzato da Ande, Lorenzo Battista

TRIESTE. Ricordano di aver fatto una campagna elettorale contro il Porcellum. E adesso che il loro leader sembra volerli convincere che si può tornare al voto con la stessa legge elettorale del 2006, del 2008 e del 2013, non si accodano. Non per ribellione, ma «per logica». I tre parlamentari del Movimento 5 stelle eletti in regione rimandano alla tradizionale riunione del lunedì – dopo la pausa estiva si ritroveranno a Roma la prossima settimana – per far valere la loro posizione: mai più con il Porcellum al voto.

Il dibattito tra i pentastellati è aperto. Lo ha stimolato proprio Beppe Grillo lanciando sul suo blog le tappe forzate verso le urne. Mantenendo il sistema delle liste bloccate, quello che porta la firma di Roberto Calderoli e che non è più stato cambiato negli ultimi sette anni. Aris Prodani, deputato, ha il telefono spento, ma sulla sua pagina di Facebook il suo pensiero appare chiaro. Come ultimo post compare infatti il link che porta alle dichiarazioni del sindaco di Parma Federico Pizzarotti che sollecita l’urgenza della riforma elettorale. E aggiunge: «Lo esigo come amministratore e come cittadino. È una priorità assoluta». Anche il senatore triestino Lorenzo Battista, non è la prima volta, si stacca dal pensiero unico di Grillo. È una questione legata pure all’esame alla Consulta, il prossimo dicembre, sulla legittimità della legge. Venisse invalidata, osserva Battista, un eventuale risultato positivo del M5s sarebbe ridimensionato. Dopo di che, insiste, «serve un sistema che vada verso l’interesse dei cittadini, restituendo loro la possibilità di scegliere da chi farsi rappresentare a Roma, e non dei partiti».

Quindi, nessun dubbio: «Votare con il Porcellum sarebbe una follia e un danno per il Paese. Ne parleremo lunedì prossimo, al ritorno di tutti i parlamentari a Roma». Posizione chiarissima ma che non convince tutto il movimento. Non sono pochi i grillini che non intendono in alcun modo sedersi al tavolo con pidiellini e democratici per discutere di altre formule. E invece, anche per Walter Rizzetto, la priorità è superare Calderoli. Non farlo, secondo il deputato friulano, non verrebbe compreso dai simpatizzanti. «La legge elettorale – dice a chiare lettere – va cambiata prima di tornare al voto».

Il piede sull’acceleratore di Grillo per una conta ancora con il Porcellum? «Credo si tratti di una provocazione dopo aver visto quanto delicata e critica è la situazione politica delle ultime settimane. Ma siamo stati noi a raccogliere 350mila firme contro quella legge, e sempre noi ad attaccarla ripetutamente in campagna elettorale, ed è dunque impensabile che ci mettiamo ora dalla parte opposta». Secondo Rizzetto, «pure il presidente Napolitano farà molta fatica ad accettare un voto con il Porcellum. È stato molto chiaro nel discorso di insediamento del suo mandato bis, e pure il premier Letta si è espresso per un nuovo testo». Ma Grillo che cambia idea? «Provoca – ribadisce il deputato –, ben sapendo che quella legge continua ad andare bene solo ai partiti classici, come dimostra la “furbata”, denunciata dal solo deputato renziano Roberto Giachetti, di Anna Finocchiaro che ha fatto partire dal Senato, dove i numeri sono molto diversi, anziché dalla Camera il dibattito sulla riforma. Del tutto evidente che Pdl e Pd non vogliono alcuna modifica». Ma è possibile che anche a Grillo, ora, stia bene il Porcellum? Che si sia accorto di poter “controllare” i suoi uomini a Roma? Di poterli in qualche “condizionare” nel momento della composizione delle liste? «Lo escludo – ribatte Rizzetto –. Sono straconvinto che Grillo non ha cambiato in nessun modo idea sulla necessità di andare alle urne, quando accadrà, con un altro tipo di legge».

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