Grignano, baia unica di Trieste fra storia, natura e l’omaggio di Battisti
Il fascino intatto, Miramare e quel videoclip del cantante. Una zona interessata ora a una riqualificazione, con il porticciolo, la grotta nella riserva marina e realtà diverse
Tanto ai tempi del piroscafo “Miramar”, a fine Ottocento, quanto oggigiorno col “Delfino Verde”, il panorama di Grignano si è sempre presentato con l’identico volto e funzione: porticciolo romantico, a metà tra il ruolo di ancella del parco di Miramare e di località balneare al riparo dagli occhi indiscreti. Forse anche per questo Lucio Battisti la scelse come località ideale per girare, nel primo stabilimento balneare con tanto di fontana-spruzzo accesa in mare, uno dei primi videoclip in bianco e nero per la canzone “Acqua azzurra acqua chiara” a cavallo degli anni Sessanta e Settanta.
Le profonde trasformazioni in atto a Grignano non muteranno in tal senso la natura della baia, anzi rafforzando il collegamento con la rocca di Massimiliano e il suo ruolo di spiaggia lontana dagli schiamazzi della vicina Barcola.
L’arrivo dal mare
Giungendo dal mare la naturale discrezione di Grignano viene incarnata dalla fenditura presente nella parete dello scoglio a metà tra il parco e il porticciolo: si tratta della grotta dell’arciduchessa Carlotta dove, secondo la leggenda, apprezzava le acque dell’odierna Riserva Marina senza esporsi allo sguardo dei locali. Man mano che ci si avvicina è possibile notare la scogliera di protezione con un fanale, quattro pontili e un porticciolo, gestiti dalla Società Nautica Grignano (Sng), la Società Velica Barcola Grignano (Svbg) e il Sirena.
Le pietre istriane
Approdando a terra il piede può forse restare sorpreso: l’asfalto del secondo dopoguerra sta infatti venendo sostituito da pietre istriane, all’interno di un generale recupero dell’area. In particolare, a partire dallo scorso autunno e con durata di (quasi) due anni, si prevede a cura della Regione Friuli Venezia Giulia il rifacimento della viabilità che costeggia il porticciolo: più spazio per gli alberi, le cui radici oggigiorno sollevano la pietra, nuova illuminazione, rifacimento della promenade e un generale ripensamento dei parcheggi per le auto e i pullman, specie a fronte dell’accresciuto numero di visitatori al sovrastante parco di Miramare.
Una stazione climatica
La natura, tutt’oggi predominante, di “stazione climatica” di Grignano risale infatti al 1880 quando i primi turisti tedeschi giunsero nell’omonimo hotel, incuriositi dalle pubblicità igieniste che declamavano la purezza delle acque. Franz Carl Weidmann, ancora nel 1858, descrisse ai viennesi Grignano come «uno dei punti più affascinanti dei dintorni di Trieste». In particolare «la natura si mostra in tutto il suo lussureggiante rigoglio: viti vigorose ed esuberante vegetazione, oliveti, alloro, cespugli di more grandi come alberi».
Sito di villeggiatura
Questo ruolo, a metà tra scenografia romantica e ritiro in villeggiatura, era stato già sfruttato dagli antichi romani, come comprovano i ritrovamenti nel porticciolo, tra i quali un’ara votiva esposta nel Lapidario Tergestino. Il nome invece di Grignano compare, secondo lo studioso Gianni Pinguentini, in un testamento medievale del 1342, quando Clara de Ançulo lasciò agli eredi una vigna “ad pontam Grignani”. Tra l’epoca medievale e l’età moderna il continuo conflitto con Venezia trasformò Grignano in una naturale rada per i nemici: la darsena offriva infatti, grazie alla punta di terra oggigiorno parco di Miramare, un angolo dal quale nascondersi dalla vista di Trieste. Il destino di località turistica fu invece suggellato, nell’Ottocento, dalla costruzione di Miramare che funzionò già dai primi decenni come traino onde attirare visitatori via terra e via mare: naturale evoluzione allora l’ascensore in programma da diversi anni sotto il costone roccioso, grazie al cui cilindro trasparente in vetro sarà possibile giungere al castelletto, facilitando l’ingresso alle persone con disabilità.
Il primo ascensore
Non è il primo ascensore: risale infatti al 1962 ed è tutt’oggi attivo sul fronte opposto di Grignano l’ascensore dell’odierno hotel Maximilian & Riviera, all’epoca albergo Riviera, volto a connettere la sottostante spiaggia. Il Piccolo lo descrisse, il 2 giugno 1962, come “un balzo verticale di una quarantina di metri”.
La chiesa parrocchiale
La dignità di quartiere viene però trasmessa dalla presenza di una chiesa: oggigiorno l’edificio della parrocchia locale, dedicata alle sante Eufemia e Tecla, risale al 1956, ma nell’identico luogo vi fu sempre una struttura ecclesiastica. Gli statuti di Trieste del 1318 menzionano infatti una “Santa Maria di Grignano” gestita dai monaci saltari di Moncolano. Sempre agli inizi del 1300, secondo le leggende, vi era in zona una sede dei Templari: in effetti il processo Ciprico ai Templari del 1310, citato dallo studioso Fabio Zubini, annovera un “Berallus de Grignano”.
Le incursioni della storia
Nonostante la Madonna di Grignano godesse di grande popolarità tra i marinai triestini, la chiesa conobbe fasi di abbandono e successivo recupero in età moderna: dapprima colpita dalle incursioni dei turchi e dei veneziani, fu poi allargata con l’inserimento nel XVII secolo di un convento dei Minoriti. L’ordine fu trasferito, all’interno della razionalizzazione ecclesiastica operata dall’imperatore Giuseppe II, nel 1785: però tanto la chiesa, quanto il convento sopravvissero nello stato di ruderi fino all’ottocento. La chiesa, dapprima adibita a stalla, fu infine demolita nel 1834. Il convento, divenuto proprietà della famiglia Prandi, oggigiorno corrisponde invece alla villa di Ignazio Vok, il quale non a caso aveva commissionato un approfondito studio a Sergio degli Ivanissevich.
I primi alberghi
La Grignano “turistica” disponeva già, a inizio Novecento, di tre piccoli alberghi: il “Grignano”, l’Hotel Bellevue presso la stazione ferroviaria di Miramare e, a monte della fermata del treno, l’Hotel “Al Panorama”. Il panorama fu invece sfigurato, nel secondo dopoguerra, dalla costruzione del massiccio “Hotel dell’Adriatico”, la cui sagoma tutt’oggi connota il quartiere. Il Centro Internazionale di Fisica Teorica iniziò ad affittare le sale dal 1985: oggigiorno, a seguito di un contributo della Simons Foundation International, si procederà alla compravendita e al recupero dell’intero, ammalorato palazzo. Accanto al vecchio Hotel impossibile non citare la “Baita da Francesco” (1954), oggigiorno nota come il ristorante “Principe di Metternich”, attivo con l’austriacante denominazione dal 1982.
Le gallerie
Risalendo, tornante dopo tornante, la strada di Grignano è possibile notare, a fianco dell’uscita della seconda galleria, un cancello sbarrato e alcune scalette: era l’ingresso della discoteca-bar Princeps Vip, infuocato punto di ritrovo della gioventù triestina negli anni ottanta e novanta. Infuocato in senso letterale, perché fu danneggiato dalle fiamme tanto nel 1980, quanto nel 2002. Giunti sulla strada Costiera si presenta un frammento di quel “sistema Trieste” di solito associato solo con Basovizza: vicino alla stazione di Miramare, in via Beirut, Twas - The World Academy of Sciences (1983); lungo la strada Costiera, prima della galleria, l’Ictp (1968).
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