Granchi e pesciolini dentro il secchiello? Pratica diffusa al mare ma vietata dalla legge

In spiaggia sono tanti i bambini che assieme ai genitori catturano i piccoli animaletti per gioco: i danni per gli esemplari sono però gravi 

TRIESTE Estate, mare, sole. Uno dei passatempi preferiti dei bambini sulle spiagge di tutta Italia è quello di catturare e tenere nei loro secchielli pesciolini, granchi, meduse e stelle marine, il tutto con il consenso dei genitori.

Raramente le persone si rendono conto che questa pratica è una vera e propria tortura per gli animali vittime di questo “gioco” e la classica frase «tanto poi li rimettiamo in mare» non le giustifica né affievolisce il danno: sebbene alla fine vengano liberati, tali esemplari sono destinati a morire comunque. Gli animaletti marini raggiungibili nelle acque basse, una volta prelevati dal loro habitat e confinati in uno spazio minuscolo come un secchiello, muoiono quasi sempre nell’arco di alcune ore dal rilascio. L’acqua contenuta in un piccolo secchio raggiunge, in breve tempo, temperature molto alte: 40 gradi sono più che sufficienti per causare danni irreparabili. Oltre a ciò, con la stessa velocità, l’ossigeno nel contenuto del recipiente si dirada, lasciando nell’organismo dell’ospite conseguenze fatali. Senza calcolare stress, paura e lo stato di choc che attanaglia i “prigionieri”.

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Proviamo a immaginare: sono molti i bambini che, ogni estate in spiaggia, usano raccogliere pressoché ogni creatura che riescono a scovare. Segue che il numero di animaletti che perdono la vita in questo modo è incalcolabile. Oltre a causare sofferenza a un singolo essere vivente, prelevando molti esemplari finiamo per ferire l’intero ecosistema: pensiamo, ad esempio, a tutti quegli animali che una volta erano comuni e ora, a causa della raccolta indiscriminata, sono sull’orlo dell’estinzione, come i cavallucci marini oppure i datteri di mare. Tutti gli animali del globo sono protetti dalla legge e quelli marini ovviamente non fanno eccezione. Gli abitanti del mare come meduse, pesci e molluschi non si possono né catturare né imprigionare, neppure solo temporaneamente: farlo significa commettere il reato di maltrattamento di animali esplicato nell’articolo 544 del Codice penale e chi lo commette è punibile con una reclusione da 3 a 18 mesi o con una multa da 5.000 a 30.000 euro. —


 

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