“Grana” Comunità montana per l’Uti Collio-Alto Isonzo

I nodi riguardano gli immobili, il trasferimento dei dipendenti e delle pratiche in corso. Convocata per giovedì una nuova riunione dell’Assemblea dei sindaci
Di Francesco Fain
Cormons 4 Giugno 2014. Incontro sindaci del territorio con Sara Vito assessore regionale all'ambiente ed energia. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - Diego Petrussi
Cormons 4 Giugno 2014. Incontro sindaci del territorio con Sara Vito assessore regionale all'ambiente ed energia. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - Diego Petrussi

CORMONS. È partita il primo luglio scorso. Ma nessuno se n’è... accorto. L’Unione territoriale intercomunale (Uti) Collio-Alto Isonzo ha avuto un impatto a dir poco soft, inglobando funzioni leggere che non comportano spostamenti di dipendenti: in questa fase sono “in comune” i progetti e i finanziamenti europei, il catasto, la pianificazione della Protezione civile, la statistica e il Suap, lo Sportello unico attività produttive.

I Comuni eserciteranno in forma associata la funzione della Polizia locale, che è la partita indiscutibilmente più importante e impattante, solo dal primo gennaio 2017. Di questo (e di molto altro) si parlerà giovedì alle 18 nella sala bianca del municipio di Gorizia: il sindaco del capoluogo, e presidente dell’Uti, Ettore Romoli ha infatti convocato l’assemblea dell’Unione territoriale intercomunale. Allegata alla lettera di convocazione c’è una relazione del segretario generale del Comune di Gorizia Tonino Di Gianantonio che illustra i prossimi passaggi: in mezzo c’è anche la partita (tutt’altro che semplice) del “Piano per la successione nei rapporti giuridici attivi e passivi per il subentro degli enti successori della Comunità montana del Collio, Natisone e Torre”.

«Il Piano, come ora proposto, presenta - scrive il segretario - delle criticità per la nascente Uti che sono già state sottoposte ed evidenziate alla Direzione regionale alle autonomie locali e che si riassumono sinteticamente: immobili assegnati in comproprietà fra l’Uti e i Comuni non aderenti; trasferimento delle pratiche in corso in materie e/o interventi di competenza della Comunità montana; individuazione di quattro dipendenti da trasferire all’Uti con il solo criterio dell’ambito territoriale di residenza degli sessi. La Direzione regionale ha avuto modo di confermare e garantire due aspetti importanti: per il personale oggetto di trasferimento dalla Comunità montana (e successivamente della Provincia) la Regione Fvg garantisce all’Uti la copertura finanziaria dell’intero costo; per il trasferimento del medesimo personale all’Uti non risultano necessari sia le modalità sia i termini dettati dalla normativa vigente per il trasferimento di ramo d’azienda. Per entrambe le questioni risulta opportuno, ad ogni buon conto, una puntuale e specifica formalizzazione di un tanto».

Ecco perché questo sarà uno dei temi-principe nella riunione di giovedì quando l’intera Assemblea dell’Unione territoriale intercomunale si riunirà per fare il punto della situazione e decidere i prossimi passi da compiere.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo