Grado va a caccia delle residenze fittizie
GRADO. Parte la caccia ai “furbetti” delle seconde case trasformate in prima abitazione a Grado. Una stretta che riguarderà anche i venditori abusivi. Sono questi gli obiettivi principali che l’amministrazione comunale ha deciso di contrastare drasticamente.
Dopo l’abolizione dell’Imu sulla prima casa il fenomeno delle residenze fittizie è cresciuto in modo notevole. Facendo mancare così un introito considerevole nelle casse comunali.
E proprio per far emergere queste situazioni, spiega il Comune, verranno coinvolte la Polizia locale, l’Ufficio Anagrafe e il Servizio Tributi comunale assieme ad altre istituzioni quali la Prefettura, l’Agenzia delle Entrate e la Regione al fine di giungere alla condivisione delle modalità operative. Insomma, una task force pronta a scandagliare gli appartamenti e le residenze fasulle.
«Si ritiene di coinvolgere la Prefettura di Gorizia - spiega l’amministrazione comunale gradese - nell’individuazione dei criteri per l’attribuzione della residenza, in grado di distinguere adeguatamente tra residenze legittime da quelle strumentali».
Saranno proposti a tal fine criteri che incrocino i dati per medico di base, consumi di energia, telefono e/o internet, bollette consumi dell’acqua al fine di individuare chi cerca di ottenere illecitamente agevolazione sulla Tari e sull’Imu ma anche sul mutuo per la prima casa, sul parcheggio agevolato o sulla concessione di pontili.
«Obiettivo strategico dell’amministrazione è quello di provvedere alla verifica e alla regolarizzazione delle posizioni anagrafiche che potrebbero essere puramente “di comodo”», è la missione del sindaco Dario Raugna che ha disposto che il servizio anagrafe di concerto con gli altri enti proprosti di verificare soprattutto le posizioni dei coniugi che hanno eletto la residenza in due comuni diversi o in due immobili diversi. Coniugi che, in questo caso, usufruiscono dei benefici fiscali previsti per la prima casa.
E per quanto riguarda il medico di base sarà verificato se, pur avendo spostato la residenza a Grado, le persone interessate lo abbiano mantenuto.
Ci sarà inoltre la verifica dei nuclei familiari i cui figli non risultano essere iscritti nelle scuole del comune. Insomma, una lunga serie di verifiche incrociate che alla fine porteranno anche nelle casse comunali un certo introito.
Un’azione simile, ma con meno coinvolgimento e incrocio di dati, era stata fatta nel 2013. L’esito aveva portato, nell’arco di tre anni, al recupero di 600mila euro.
Ma c’erano stati anche numerosi ricorsi presentati sugli accertamenti e anche questa volta non mancheranno... I cittadini possono presentare ricorso al Prefetto entro 30 giorni avverso il diniego di iscrizione o la cancellazione di un soggetto e/o di un nucleo familiare dall'anagrafe della popolazione residente.
Tuttavia va ricordato che l'articolo 144 del codice civile stabilisce che i coniugi “concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza della famiglia secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa”.
Tra l’altro chi dichiara il falso nella richiesta di iscrizione anagrafica rischia di incorrere anche in una denuncia alla Procura e in una segnalazione all’Agenzia delle entrate. Il numero delle seconde case a Grado è indubbiamente molto elevato, ma il fenomeno delle residenze fittizie trasformate in prima casa, è diminuito.
È facile ipotizzare che almeno inizialmente i controlli interesseranno le posizioni di quelle persone che risultano coniugate ma che vivono ufficialmente da sole a Grado e che complessivamente sono 596 (342 maschi e 254 femmine). Da questo numero andranno tolti i separati in attesa di divorzio.
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