Grado, una webcam ha registrato gli ultimi minuti del pescatore Sanson a bordo della batela

GRADO Giordano Sanson, il pescatore gradese di 77 anni, disperso in mare da martedì scorso potrebbe essere caduto dalla sua batela tra le 13.40 e le 13.50 di quella giornata durante la quale la bora soffiava abbastanza sostenuta.
Un dato importante questo perché, proprio per il vento e le condizioni non favorevoli per il diportismo, tra le 11 e fino al calar delle ombre della sera si sono notati navigare solamente un motoscafo e un peschereccio. Oltre naturalmente alla batela che dovrebbe essere di Sanson. Le immagini che pubblichiamo sono tratte da una webcam panoramica posizionata da Promoturismo sul tetto dell’albergo Astoria.

È evidente che non si può individuare chiaramente la persona a bordo della batela ma il mezzo nautico (una batela dipinta di blu) è fatto risalire proprio al pescatore scomparso anche da una persona che ben lo conosceva. Assodato che Giordano Sanson fosse uscito in mare mentre gli altri erano rimasti agli ormeggi, la pressoché certa individuazione della batela dell’uomo e l’orario di quanto avvenuto il fatto non lasciano spazio a tanti dubbi.
In una delle foto che pubblichiamo si nota una persona a bordo della batela che sta lasciando la scia in mare segno che stava regolarmente navigando mentre in quella scattata 10 minuti dopo si nota la batela diretta in altra direzione, senza alcuna scia dietro e soprattutto non pare ci sia alcuna persona a bordo.

Si diceva della webcam di Promoturismo che scatta un’immagine a 360 gradi ogni 10 minuti. Ciò ha consentito quasi certamente di individuare il punto della presumibile disgrazia. Come si può notare, si tratta di una zona molto sotto costa dove di solito l’uomo gettava le reti. Non propriamente nel punto esatto dove è stato inquadrato dalla webcam ma un po’ più verso la direzione della spiaggia gestita dalla Git.
Ecco perché le ricerche dei sommozzatori dei vigili del fuoco sono state concretate principalmente proprio all’area sotto costa anche con lo scopo di verificare se il corpo dell’uomo, sempreché sia caduto in mare, fosse per caso rimasto impigliato nelle reti. Il coordinamento e la conoscenza reciproca di tutti elementi disponibili e utili per le ricerche da parte di tutte le forze impegnate nelle ricerche sono ovviamente sempre assolutamente indispensabili. A bordo della batela che era alla deriva e che è stata trovata a circa 5 miglia al largo di Grado c’erano anche alcune reti. Non si sa se fossero a bordo come riserva o se il pescatore ne avesse calato solamente una parte (cosa più probabile) quando è stato colpito da malore. Di solito le calava a quell’ora o forse anche un po’ prima e l’indomani mattina appena faceva chiaro andare a levarle.
Insomma tutto è avvolto ancora nel mistero. Intanto le ricerche in grande stile come quelle delle prime giornate con l’utilizzo di mezzi nautici e aerei sono cessate. Continuano, però, con i normali servizi di perlustrazione effettuati dagli uomini della Guardia costiera sia in mare e sia a terra e anche con i carabinieri della motovedetta. A meno che sia incastrato da qualche parte, il corpo dell’uomo dovrebbe riemergere in queste giornate. Il problema è che non si sa assolutamente dove possa essere stato trasportato dal movimento delle correnti marine. —
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