Grado, una mitragliatrice finisce nella rete da pesca
Trovata assieme al caricatore e piena di munizioni. Lo scorso luglio recuperato in mare un Mauser
GRADO. Un altro residuato bellico, stavolta una mitragliatrice, o meglio buona parte di questa (è lunga circa 130 centimetri), compreso un caricatore pieno di cartucce che era separato dall’arma, è stato recuperato da un pescatore di Grado, che l’altra mattina se l’è trovata all’interno del cesto di raccolta dei fasolari. È apparentemente simile a un reperto recuperato da altri pescatori il 26 luglio scorso. Solo che allora si trattava di un cannoncino antiaereo tedesco da 20 millimetri risalente alla seconda guerra mondiale costruito dalla Mauser. In realtà ora sembra si tratti di una mitragliatrice poiché ha la bocca più piccola ed è stato trovato anche il caricatore pieno di munizioni. È a probabile che si tratta di armi che erano in dotazione alla medesima nave. Una nave al momento ignota che, come precisa il capobarca del peschereccio Audace, dalle testimonianze che ha raccolto, potrebbe essere stata recuperata ancora nel corso della guerra ed ha perso qualche pezzo nell’operazione. Ma c’è chi ipotizza che potrebbe trovarsi ancora da quelle parti. Gli appassionati sub si sono già messi in moto ma sino ad ora non hanno trovato nulla. Per intanto c’è da rilevare che nell’arco di poco tempo ci sono stati più rinvenimenti di reperti. Il primo era una grande parte di un’antica àncora romana, mentre gli altri due sono residuati bellici della seconda guerra mondiale. Ad ogni modo che possa trattarsi della medesima nave, in ogni caso di piccole dimensioni, forse un cacciatorpediniere, è avvalorato dal fatto che il ritrovamento delle due armi recuperate in questi ultimi tempi è avvenuto pressoché nel medesimo punto, a circa 4 miglia e mezza al largo di Grado. Successivamente da un primo esame visivo, i militari del 3° Reggimento Genio Guastatori di Udine, hanno confermato che si tratta di residuato bellico, privo di qualsiasi potenziale offensivo. Gli stessi militari verranno a Grado per effettuare, come la volta precedente, una ricognizione diretta e quindi procederanno anche alla pulizia dell’arma dalle icrostazioni, proprio per stabilire esattamente di che arma si tratta.
«È il terzo rinvenimento in poco più di tre mesi – dice il comandante di Circomare Grado, tenente di vascello Elisabetta Bolognini – che desta sempre più curiosità e interesse verso il mare, misterioso custode di tanti beni appartenenti al valoroso passato di Grado» Dopo il rientro in porto, il capobarca, ha informato il personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Grado che, coadiuvato dai militari della Stazione Carabinieri di Grado, si è recato in banchina per vigilare e quindi portare in un posto sicuro il reperto. Alla fine è stato deciso che a custodirlo in caserma siano i carabinieri della stazione di Grado.
Nel frattempo sono stati informati i vari enti interessati e in particolare il Pubblico Ministero di turno che ha disposto, come abbiamo detto, di richiedere l’intervento di personale specializzato dell’Esercito al fine di verificare nello specifico i dettagli del residuato. Il mare di Grado continua, dunque, a fornire reperti di ogni genere che consentono così anche di approfondire la vera storia di quanto accaduto, magari anche di fatti poco noti se non sconosciuti.
(an. bo.)
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