Grado, sospeso il capo della Protezione civile che ha invocato "squadroni della morte" contro i migranti. Poi le scuse
Aggiornamento. Sospeso dall'incarico di capo della Protezione civile di Grado, Giuliano Felluga, il dipendente comunale che la mattina del 4 agosto ha invocato su Facebook "squadroni della morte e forni crematori" per porre un freno alla rivolta dei migranti all'ex caserma Cavarzerani di Udine.
Questo tipo di incarico viene affidato dalla giunta comunale "e l'amministrazione di Grado - ha fatto sapere il sindaco Dario Raugna -, appresa la notizia, ha immediatamente deciso di sospenderlo. Essendo anche un nostro dipendente - ancora il primo cittadino -, ho anche promosso un'azione disciplinare nei suoi confronti. Mi dissocio in maniera netta da queste affermazioni che peraltro portano discredito all'intera Protezione civile - ha aggiunto - e non mi do pace per questo terribile scivolone da parte di una persona che si è sempre distinta per generosità".
Proprio mentre Raugna informava della decisione, gli è contestualmente giunta via email la richiesta di dimissioni da parte di Felluga stesso.
Resta da capire, a questo punto, se la rimozione dell'incarico dovrà essere comunque formalizzata con una procedura ad hoc.
UDINE "Non preoccupatevi, stiamo organizzando gli squadroni della morte e nel giro di due giorni riportiamo la normalità... Quattro taniche di benzina e si accende il forno crematorio, così non rompono più". È la "soluzione" promessa dal responsabile della Protezione civile di Grado, Giuliano Felluga (un dipendente comunale), per sedare la rivolta scoppiata ieri all'interno dell'ex caserma Cavarzerani di Udine, dove 400 migranti hanno innescato disordini per protestare contro la quarantena imposta dal sindaco di Udine, Pietro Fontanini (Lega Nord).
Su Fb, in risposta a due utenti e sotto al post di Ilaria Cecot, ex assessore provinciale, Felluga si lascia andare a frasi deliranti parlando appunto di "squadroni della morte".
Ringhia il coordinatore della Protezione civile: "A Grado ci sono persone che metterebbero la firma per avere la roba da mangiare che loro (i migranti, ndr) buttano via. E noi sappiamo solo assistere gli stranieri e i nostri non li aiutiamo".
L'utente Maria Maddalena Marchesan chiede spiegazioni su quel "squadroni della morte". E Felluga spiega: "Quattro taniche di benzina e si accende il forno crematorio così non rompono più". Felluga lavora part time in una casa di riposo come manutentore e nell'altra parte della giornata nella Protezione Civile.
Parole "gravissime, inaccettabili e vergognose", tuona Ilaria Cecot. Condanna anche da parte della Cgil regionale, che chiede alle autorità e al sindaco di Grado di condannare le frasi di Felluga e di prendere provvedimenti, trattandosi per di più di un dipendente comunale.
La notizia ha subito fatto il giro del web, tanto che Felluga si è sentito di scusarsi pubblicamente sostituendo il post iniziale: "E' stato uno sfogo senza pensare", ha postato. E poi la richiesta di dimissioni dal suo incarico nella Protezione civile inviata al sindaco di Grado.
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