Grado senza “movida” i ragazzi vanno in Croazia

Per non disturbare i sonni dei turisti dopo la mezzanotte non c’è divertimento Ma anche i quarantenni lamentano l’assenza di discoteche o locali da ballo
Di Tiziana Carpinelli
Altran Grado- Jolly Bar
Altran Grado- Jolly Bar

La trovata non è malvagia: tappezzare Grado di manifesti con il volto di famosi cantanti, da Pavarotti a Bono degli U2, corredati dalla scritta “Qui non avremmo potuto cantare”. Una provocazione, certo, quella suggerita da un dj monfalconese che la sa lunga in fatto di intrattenimento e relativi bavagli della burocrazia, che però centra una questione scottante all’Isola d’oro: è giusto bandire la musica dopo la “deadline” della mezzanotte per non turbare gli agiati sonni dei turisti over 60, quelli maggiormente corteggiati da albergatori e ristoratori locali?

I giovani hanno diritto a trovare spazio, dopo che pure quest’estate è scivolata via senza l’inaugurazione di una nuova discoteca? Possibile che anche il più tranquillo dei concerti possa essere interrotto dalla classica chiamata di un vicino angustiato dall’accenno di una nota rock?

Eppure di balere, un tempo, Grado ne contava parecchie: da La Manna al Backgammon, fino all’Isola d’oro e al Gradualis (negli ultimi tempi però declinato ad altro tipo di divertimento). Insomma, era tutto un pullulare di patiti della dance, che si davano appuntamento nel week- end per fare quattro salti, consumare un paio di drink, concludere all’alba con un trancio di pizza o una brioche al baracchino.

Ora invece ai trentenni non resta che rimpiangere i ritmi del Caribe, quindi trasformato in Guendalina e poi rimasto in attesa di apertura. «Per i giovanissimi non c’è niente – sostiene una ragazza con le treccine –. Dopo le 23.30 è tutto morto». «Non che per le coppie di quarantenni – ribatte una signora in spiaggia – sia tanto meglio: una volta che hai cenato in uno dei tanti ristorantini non c’è una pista o un locale dove andare a sgranchire le gambe».

Ed è anche per questo, spiega il noto animatore Stefano Munari, dj di professione, recentemente alle prese con il Carnevale gradese, che «i ragazzi ormai si attrezzano tutti per fare fagotto e andare in Croazia: lì la musica non dà fastidio e i prezzi sono molto più bassi. «Agli abitanti e al mondo politico forse fa piacere avere a che fare con un target turistico piuttosto anzianotto, ma ai giovani spiace non poter godere di un luogo così bello e così alla portata – prosegue –: sanno che se vogliono farsi la serata devono dirigersi a Sistiana o a Lignano, perché non c’è alternativa. Quanto a noi musicisti, pare che il nostro diritto al lavoro non possa mai essere tutelato mentre quello di chi ha comprato la casa in centro, proprio sopra un bar, sì«.

In alternativa alla movida notturna, a Grado si è creato il rito dell’aperitivo “lungo” in spiaggia, al Tivoli o all’Isola d’oro, dove il titolare Teo Caldarulo, ammette di servire qualcosa come mille mojiti a domenica: «Effettivamente questa formula funziona e i numeri la dicono lunga sulle presenze. Il problema è che dopo le 24 non c’è nulla, tutto si spegne, manca una discoteca o un locale dove concludere la serata. Non credo sia colpa delle istituzioni. Credo che i politici si trovino con le mani legate e non possano ignorare le proteste dei cittadini che telefonano 365 giorni all’anno: giusto per fare due esempi, so che ci sono state lamentele per un peruviano che suonava la chitarra in strada e di un titolare di campo da tennis che si è visto costretto a eliminare le partite dalle 14 alle 15 perché dava fastidio il rumore delle palline. Basterebbe – conclude – capire che è un bene investire anche sulla clientela trentenne e quarantenne, anche perché spende di più rispetto agli anziani».

«Io amo Grado – commenta il dj Enzo Zippo – ma quest’anno mi sembra veramente triste. Cosa viene a farci, un ragazzo, se dopo una certa ora cala la sordina e se quelle iniziative che cercano di cambiare le cose vengono sepolte dalla burocrazia? I costi di allestimento sono elevati e si rischiano pure sanzioni penali, sempre per le solite telefonate dei vicini. Si dovrebbe guardare ad altre località, come Rimini, dove il sindaco ha concesso permessi stagionali per fare musica sul lungomare».

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