Grado, riparte l’operazione Isola di Morgo per recuperare i resti degli aviatori Usa

Oggi in Municipio una riunione definirà i dettagli dello scavo del rottame del bombardiere precipitato nel 1944 e dei corpi

GRADO Riparte l’operazione “Isola di Morgo”, per il recupero nella laguna di Grado dei resti degli aviatori americani precipitati esattamente 76 anni fa con il loro bombardiere B-24 durante la furibonda battaglia aerea del 30 gennaio 1944. L’unico superstite dell’equipaggio del B-24, precipitato sull’isola di Morgo, il motorista Harvey Gann, è ancora vivo, e alla bella età di cento anni negli Stati Uniti è considerato una specie di leggenda. E Gann sarà contento di sapere che oggi, al Comune di Grado, si terrà una riunione per pianificare gli interventi di scavo sull’isola di Morgo da parte del Defense Pow/Mia Accounting Agency (Dpaa), l’ente statunitense che si occupa del recupero dei resti dei caduti americani in ogni guerra e in ogni angolo del mondo. Alla riunione, fra gli altri, prenderanno parte i dirigenti dell’Area tecnica e urbanistica del Comune di Grado, il coordinatore della Protezione civile di Grado, Giuliano Felluga, e gli inviati del Dpaa, lo storico e analista Joshua Frank e l’archeologo Clive Vella.

Dopo i primi sopralluoghi effettuati dal Dpaa nel 2009 sull’isola di Morgo, entra nel vivo l’operazione che prevede lo scavo dei rottami dell’aereo, sepolto sotto metri di terra e fango. Non sarà un lavoro semplice. Sui dettagli dell’intervento - che ha avuto bisogno del nulla osta del proprietario dell’isola - il riserbo è assoluto. Così come avvenuto per il recupero dei resti degli aviatori di un altro bombardiere B-24, l’apparecchio precipitato in mare al largo di Grado nel febbraio del 1945, le autorità statunitensi chiedono «il massimo riserbo, solo alla fine delle operazioni verranno resi noti i risultati», come spiega l’attaché dell’Ambasciata americana a Roma Patrizia Grossi, incaricata dei collegamenti fra i Dpaa e le autorità italiane. I lavori, affidati a una ditta veneta, prevedono l’installazione di apposite paratie per isolare il terreno e procedere allo scavo e al recupero dei rottami e dei resti degli aviatori. I lavori potrebbero iniziare già in maggio. Negli Stati Uniti, intanto, associazioni di reduci e di appassionati come il “B-24 Best Web - WWII Liberator Bombers”, che sulla sua pagina Facebook conta oltre cinquemila iscritti, seguono con molta attenzione le operazioni del Dpaa in Italia, specie dopo i sorprendenti risultati sui recuperi del relitto del B-24 precipitato in mare.

Il bombardiere B-24, pilotato da Ben Kendall, su cui viaggiava il motorista Harvey Gann, precipitò in fiamme sull’isola di Morgo dopo essere stato colpito in quello che è ricordato come uno dei più violenti scontri aerei della seconda guerra mondiale sull’Adriatico del Nord. L’apparecchio del 449Th Bomb Group, partito dalla base di Foggia con il compito di bombardare Villaorba, durante il rientro venne ripetutamente attaccato dai Messerschmitt. Con i due motori dell’ala destra in fiamme, l’aereo iniziò a perdere quota, mentre sotto una pioggia di proiettili morirono uno dopo l’altro quasi tutti i componenti dell’equipaggio. Tranne Ben Kendall, il secondo pilota Fletcher Porter, e il motorista Harvey Gann, che tentarono di lanciarsi con il paracadute. Kendall e Fletcher non ce la fecero, Gann invece riuscì a toccare terra, venne fatto prigioniero, e in seguito fuggì in modo rocambolesco. La sua avventura è narrata nel libro autobiografico “Escape I Must! - World War II Prisoner of War in Germany” (Woodburner Press). I corpi degli altri uomini dell’equipaggio rimasero nell’apparecchio, che dopo essere precipitato bruciò a lungo tra i fanghi della laguna. Si tratta di Harry McGuire navigatore, Pershing Hill puntatore, Given Grooms operatore radio, Gerald Herrington assistente motorista, Harold Thompson mitragliere, Nick Gavalas armiere, William Jones assistente radio. —
 

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