A Grado la magica atmosfera dello sbarco delle varvuole
In migliaia in porto, nonostante la pioggia, per lo sbarco delle streghe del mare. L’evento si è poi sviluppato, fra danze e cori, verso il centro fino in piazza Marin
Sono sbarcate puntualmente sull’Isola d’Oro, anche quest’anno, le temibili “varvuole”, le streghe del mare. Le quali, alla fine, sono dovute tornare indietro con i sacchi vuoti. In giro per le calli del centro storico non c’erano bambini cattivi da portare via. E non sono nemmeno riuscite a entrare nelle case, che erano tutte ben protette, non solamente dallo sfregamento dell’aglio sugli infissi ma soprattutto dal fatto che negli angoli di tutte le stanze era stata messa l’acqua santa che poco prima i fedeli avevano preso in chiesa. L’acqua benedetta da spargere poi nelle abitazioni era stata preparata infatti nel pomeriggio, proprio prima dell’arrivo delle “varvuole”, in un affollata Basilica, in occasione dell’altrettanto tradizionale cerimonia dedicata alla benedizione dei bambini. Qui la gente ha potuto riempirsi le bottigliette d’acqua santa e portarsela a casa per proteggerla. Il tutto mentre in campo Patriarca Elia, a ridosso della stessa basilica, vicino alla sacrestia, andava in scena, pressoché in concomitanza rispetto alla benedizioni di bimbi e famiglie, così come era stato riportato peraltro nel calendario degli eventi del Comune, uno spettacolo di teatro di strada, trasformismo e illusionismo sui trampoli.
Le streghe dal mare
E veniamo allo sbarco delle streghe del mare in porto di ieri sera. La rievocazione dell’arrivo delle “varvuole” è stata come sempre molto partecipata (nonostante la pioggerellina, si sono stimate poco meno di tremila persone) rinnovando la tradizione di sempre, quella dei piccoli avvinghiati al collo dei genitori, impauriti nel vedere queste brutte streghe presentarsi, dopo lo sbarco, proprio di fronte a loro. I “timori” dei piccoli erano già iniziati ad aleggiare quando in porto erano arrivate le prime “batele”: la leggenda racconta che in origine le loro barche erano di vetro e giungevano dinnanzi alla diga, sul lungomare, dove peraltro un tempo ormeggiavano anche i pescherecci. In realtà la leggenda vuole anche che la giornata inizi con l’araldo che gira per calli, campielli e piazze del “castrum” per avvisare la gente di stare nelle case e di proteggerle proprio dal possibile arrivo, alla vigilia dell’Epifania, delle “varvuole”, individuate fra le mogli, le compagne o comunque le donne dei pirati (qui si torna forse al periodo degli Uscocchi) che imperversavano a quei tempi nell’Aldo Adriatico.
Le varvuole
A bordo delle barche di Grado Voga, come sempre, le “varvuole” sono dunque giunte in porto, tra l’ammiraglia del Perdòn e la goletta Colombo. Ed è stato questo ovviamente il momento clou, quello più atteso e seguito di tutta la manifestazione, che anziché continuare nel suo svolgimento nella zona del porto, come avveniva un tempo, si è spostata anche stavolta, come accade invece già da un po’ di tempo, in piazza Biagio Marin, inducendo così la gente ad attraversare il centro storico. Quest’anno qualcosa è in effetti cambiato nell’organizzazione dell’evento, con l’esclusione di qualche realtà locale, anche se ha comunque seguito la consuetudine degli ultimi anni fra danze e cori. Dopo essere sbarcate, e dopo aver fatto il primo balletto, le “varvuole” si sono spostate in piazza Duca d’Aosta per la danza del sale e quella del fuoco. In campo Patriarca Elia sono seguite le esibizioni del coro e quindi della Casa della Musica “Terra vox populi”. Un ulteriore spettacolo di danza in piazza Biagio Marin ha chiuso l’edizione 2025 dello sbarco delle “varvuole”. La regia è stata affidata a Valentino Pagliei, con aiuto-regia e cura dello show finale di Marta Chiusso (Dance All Day Grado). L’evento è stato organizzato da Cristina Rovis in collaborazione con Quattro Quarti, Grado Voga, Marinai in congedo dell’Anmi, Graisani de Palù, Gradese Subacquei, Banda Civica e Lega Navale di Grado. Sono stati impegnati nell’allestimento, infine, Cinzia Bosatti, il Piccolo Coro Natissa e il Coro giovanile Natissa di Aquileia, nonché Patrizia Dri, Ornella Dovier, Daniela Gattorno e Luca Galardini.
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