Grado: la “Trezza” off limits per una mina VIDEO

GRADO. Sembrava il motore del relitto di un aereo, e invece era la parte inferiore di una mina presumibilmente della prima guerra mondiale, con il suo carico di tritolo ancora intatto. E adesso la Capitaneria di Porto di Grado ha emesso un’ordinanza che, nel raggio di 300 metri dal punto, vieta qualsiasi attività, pesca e navigazione compresi.
L’ordigno si trova a 15 metri di profondità e a circa cinque chilometri dalla costa, in prossimità dei “Grebeni di San Piero”, un’ampia trezza che è un vero e proprio giardino sommerso. La mina è stata scoperta casualmente da Giuliano Felluga, coordinatore della Protezione civile di Grado, durante un’immersione. Sulle prime Felluga pensava di aver trovato il motore di un aereo tedesco abbattuto durante la seconda guerra mondiale, ma un successivo e più attento sopralluogo effettuato da una troupe della Rai Fvg nell’ambito di un documentario sui relitti del golfo per la regia di Luigi Zannini, ha permesso di identificare l’oggetto come la parte inferiore di una mina navale risalente con ogni probabilità al primo conflitto mondiale, per altro con il carico di tritolo apparentemente intatto, pur mancando la calotta superiore. Appena a terra Felluga ha denunciato il ritrovamento alla Capitaneria di Porto, che ha subito diramato l’ordinanza di interdizione. Ora la speranza è che la vecchia mina venga rimossa quanto prima e fatta brillare in un punto del golfo dove possa fare meno danno possibile. I “Grebeni di San Piero”, dove si trova l’ordigno, sono infatti un piccolo paradiso naturale. Si tratta di un complesso di affioramenti rocciosi, estesi tra i 15 e i 22 metri di profondità, costituiti da lastre e massi di sabbie concrezionati e compatti al cui interno ci sono tane di saraghi e corvine, sparaglioni, gronghi, seppie, astici.
Frequentato da biologi marini e appassionati subacquei, è uno dei “reef” sommersi del golfo più colorati, ricchi di vita e più interessanti per biologi e geologi vista anche la presenza del fenomeno dei “bromboli”, piccole fuoriuscite di gas metano dal fondo marino.
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