Grado, la Git prepara il posto al blogger nemico

Raffaele Lisco si avvia a una collaborazione con l’azienda gradese dopo gli scontri. L’ad Bigot: «Potrà essere utile»
I vertici della Git: l'amministratore delegato Mauro Bigot e il presidente Alessandro Lovato
I vertici della Git: l'amministratore delegato Mauro Bigot e il presidente Alessandro Lovato

GRADO. C’è un posto pronto alla Git per Raffaele Lisco. Non un’assunzione vera e propria, ma una collaborazione cucita addosso al blogger gradese. Nulla di strano - in un’azienda turistica di quel tipo, evidentemente, serve qualcuno che possa “smanettare” bene su Internet - se non ci fosse un particolare. Lisco e la Git, specie durante la passata gestione, non si sono amati. Anzi, c’è chi ha anche querelato Lisco per quello che scrive sul suo blog.

Fra questi c’è l’ex presidente Marino De Grassi che pochi giorni fa ha avuto un “mancamento” entrando dentro la sede di quella che, fino a poco tempo fa, era la sua creatura: «Aver visto con i miei occhi che un discutibile collaboratore esterno, pluricondannato con sentenze passate in giudicato, siede in una scrivania - racconta - nella stessa stanza dell’amministratore delegato Bigot, dopo che per quasi due anni ha screditato Git, il suo presidente e il suo direttore sul proprio blog, è una cosa che non reputo triste ma vergognosa».

Lisco condannato per aver diffamato Zanetti e Polo
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Un giudizio pesante quello di De Grassi, che non si riferisce solo alle sue querele pendenti contro Lisco ma evidentemente ad altro. Vicende giudiziarie non collegate al ruolo di blogger, che lo hanno visto invece condannato, ma solo in primo grado, per diffamazione nei confronti del consigliere comunale Fabio Zanetti e dell’assessore Elisa Polo, mentre un altro processo per lo stesso reato è stato intentato dall’ex consigliere regionale Bruno Zvech.

Ma la fedina penale è quasi una cosa secondaria. Nella vicenda della Git quello che scotta è la presunta “assunzione”. «Notizia falsa, se viene pubblicata...», dice l’amministratore delegato Mauro Bigot che, assieme ad Alessandro Lovat, è alla guida dell’azienda su indicazione della Regione. «Non c’è nessun contratto scritto e firmato, solo un pour parler in piedi da tempo. Di cosa abbiamo parlato? Insomma di una sua collaborazione, abbiamo chiacchierato come fa con tutti - racconta Bigot - Lisco è un personaggio che vorrebbe dare di più alla città».

Zvech querela il direttore di GradoSpia.com
Altran Grado- Ospizio Marino Foto Maurizio Altran

È lo stesso blogger gradese a chiarire gli ammiccamenti con la Git e le condizioni future in un suo editoriale: «... Non basta “inglobare” Lisco per garantirsi l’impunità o, quanto meno, il silenzio, in cambio di una remunerazione più o meno interessante. Mi ci sono voluti anni per ottenere la mia piccola vittoria e riuscire a interessare professionalmente i vertici dell’azienda (e di questo ringrazio la lungimiranza del nuovo presidente e del “vecchio” amministratore delegato), tuttavia mi basterebbero tre minuti per tornare alla condizione originaria...».

Le “cause” in piedi (solo dell’ex De Grassi?) per l’attuale Git dell’era Bolzonello-Serracchiani non rappresentano un problema. «Non mi pare che ci siano migliaia di cause in piedi. Personalmente non ho problemi con lui e anche gli altri del direttivo - dice Bigot - semmai i bersagli erano altri. Amministratori precedenti di due anni fa, in merito a bandi di assunzione e posti non rispettati, poi lui ha mantenuto un atteggiamento fortemenente critico con De Grassi». Ecco che il blogger Lisco torna utile professionalmente alla Git. E rispetto al passato, in caso di contratto di collaborazione che anche lui dovrà sottoscrivere, diventa “dei nostri” e non più un “nemico”. A parlare è ancora Bigot: «Vediamo un po’, tutto sommato Lisco ha, credo, le sue capacità. Si tratta di valutare una collaborazione utile o meno... Ma gradirei che su Grado si parlasse di altro e non di queste cazzate, i problemi della Git sono ben diversi come la vetustà degli impianti, le difficoltà nel gestire un’azienda in difficoltà. Ecco, la Regione ci ha aiutato, il Comune di Grado per il momento no».

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