Grado, la frazione di Boscat con 57 abitanti isolati

Dopo la rimozione del ponte quasi un’ora per arrivare all’isola Il disagio di agricoltori e ristoratori, non c’è neanche il medico

GRADO. Se effettivamente la chiusura del ponte girevole verso la Bassa friulana disagi li provoca a tutti indistintamente, ai residenti della frazione agricola di Boscat sta rendendo la vita impossibile. Già normalmente distanti dall’isola (Boscat è attaccata a Belvedere di Aquileia), ora per gli abitanti della frazione tra andare e tornare a Grado significa percorrere oltre 50 chilometri. I percorsi alternativi saranno validi per chi arriva dall’autostrada, mentre lo sono molto meno per chi in sostanza può vedere il suo Comune all’orizzonte, ma per raggiungerlo ci impiega almeno mezz’ora.

Demolito il pezzo di ponte presto arriva quello nuovo


A Boscat ci sono solo 57 residenti, ma sono perlopiù anziani che hanno anche difficoltà di spostamento. Tanto che ora per la maggior parte delle incombenze, per evitare il lungo viaggio, i residenti si rivolgono direttamente alle più vicine, e più facili da raggiungere, Fiumicello o Aquileia. Di problemi ce ne sono anche per chi fa lavora. A farsi portavoce della situazione ci sono un operatore turistico, Marco Zorz, dell’omonimo agriturismo, e il presidente della Coldiretti della piccola frazione agricola gradese, Pipi Flaborea. Oltre all’agriturismo, a Boscat c’è anche la trattoria Buona Vite, il noto ristorante della famiglia Girardi, e che c’è anche una grande e fornita cantina di vini. Naturalmente ci sono anche tanti agricoltori.



«Solo che con quanto spendiamo per andare e tornare da Grado – dice Flaborea – il nostro guadagno svanisce del tutto. E senza contare il tempo che ci mettiamo». Il referente della Coldiretti coglie l’occasione anche per fare una sintesi dell’annata appena trascorsa, sottolineando che tutto sommato il 2017 è andato, grazie all’efficienza dell’impianto di irrigazione, discretamente bene. Solo che a penalizzare gli agricoltori ci sono i prezzi di vendita molto bassi. Questo normalmente. Ora con la chiusura del ponte girevole per quanto riguarda i rifornimenti a Grado il guadagno, come ha detto Flaborea, è diventato praticamente zero, ma i rapporti vanno mantenuti per non perdere clienti. «Siamo effettivamente troppo lontani da Grado – dice Marco Zorz –. Noi ci diamo da fare in tutte le maniere, anche con i presepi che allestiamo regolarmente. Ma se prima la visita ai nostri presepi era in ogni caso scarsa in quanto fuori mano, ora è pressoché nulla». A proposito di presepi va aggiunto che sono proprio la famiglia Zorz e quella di Flaborea (quest’ultima ne allestisce diversi anche a Grado) a essere quelle assolutamente più attive.



Marco Zorz punta in ogni caso il dito soprattutto su altre importanti problematiche che vanno dall’isolamento vero e proprio, alla mancanza totale di servizi tra i quali, soprattutto, quello del medico che non c’è più, nemmeno saltuariamente. «Già d’estate per un residente di Boscat, specialmente anziano, diventa più che problematico andare a Grado per recarsi dal medico – spiega –. Ora per noi è diventato incredibilmente difficile». «Personalmente sto pensando di cambiare dottore e di rivolgermi, come peraltro facciamo ora per altre esigenze, ad Aquileia o Fiumicello», aggiunge.

Giù il ponte Grado-Belvedere Pista ciclabile in quello nuovo


Per far comprendere l’abbandono della frazione, Zorz ricorda anche che la chiesetta di Boscat viene aperta per celebrare la messa 2-3 volte all’anno, poiché non ci sono sacerdoti. Per i residenti di Boscat la possibilità più vicina è di recarsi nella chiesa di Belvedere. Insomma una situazione già di per sé difficile che è stata accentuata dalla chiusura del ponte. I residenti di Boscat dovranno, per ritornare alla situazione precedente, pazientare pertanto ancora tre mesi, quanto prevedono le tempistiche per la sostituzione della parte girevole del ponte.

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