Grado, il Tar accoglie il ricorso contro lo stop a 2 hotel e a 2 residence
GRADO Il Tribunale amministrativo regionale ha accolto, annullando altresì i provvedimenti impugnati, il ricorso della società Uccellis, dell’ex albergo Ariston, difesa rappresentata dall’avvocato Giuseppe Sbisà, relativamente al recente provvedimento del Comune di Grado, rappresentato dagli avvocati Federico Rosati e Pierpaolo Rizzi, che aveva stabilito la decadenza dei piani particolareggiati di alcune strutture gradesi. Il Tar (Oria Settesoldi, presidente; Manuela Sinigoi, consigliere estensore; Luca Emanuele Ricci, referendario) ha stabilito anche che le spese siano compensate. Era stata, quella del consiglio comunale di Grado, una riunione piuttosto accesa con alcuni consiglieri di minoranza, in particolare Roberto Marin, Maurizio Delbello e Claudio Kovatsch, che avevano dichiarato di non capacitarsi per l’improvvisa e urgente decisione di approvare l’atto. Interrogativo posto ma al quale non hanno ricevuto alcuna risposta. All’ordine del giorno c’era una delibera che interessava i piani particolareggiati dell’ex albergo Bellevue, dell’Ariston, del Villaggio turistico Isola Volpera e del Residence Punta Spin.
La delibera approvata dalla maggioranza specificava che si trattava di delibera urgente in quanto considerata “atto fondamentale per evitare lo sviluppo edilizio non coerente con gli indirizzi pianificati dall’amministrazione comunale”. Le argomentazioni di carattere tecnico esaminate dal Tar a seguito del ricorso dell’Ariston (ma appare evidente che a questo punto il discorso vale anche per gli altri) sono in realtà andate a verificare anche le più recenti disposizioni emanate dall’Ue e anche le decisioni del Consiglio di Stato. Tanto che se prima la regolare scadenza del piano particolareggiato – parliamo dell’Ariston – sarebbe stata quella del 2020, ora, a seguito delle disposizioni emanate per il sostegno causato dalle difficoltà economiche, le stesse autorizzazioni sono prorogate di tre anni.
Il Tar ha, tra l’altro affermato che con la deliberazione adottata, il Comune di Grado «non si è assolutamente limitato a prendere atto del mutato quadro urbanistico della zona oggetto dell’intervento privato, ma ha, in effetti, manifestato discrezionalmente la volontà di ritenere decaduto il Prpc di iniziativa privata per l’ampliamento con ristrutturazione urbanistica dell’edificio turistico-ricettivo all’insegna Hotel Ariston, sebbene lo stesso dovesse intendersi prorogato per ulteriori tre anni ope legis». Ed è stato pure messo in evidenza che escludere dall’applicazione della proroga triennale le convenzioni di lottizzazione stipulate fino al 31 dicembre 2012 in Friuli Venezia Giulia «significherebbe legittimare un’irragionevole e ingiustificata disparità di trattamento, in contrasto con il principio di uguaglianza, sancito dall’articolo 3 della Costituzione». —
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