Grado elogia il volontariato: «Meno giovani ma più attivi»

GRADO. Sempre meno bambini e ragazzi (un terzo dei 8.274 residenti registrati alla fine del 2015) e poche nascite. Ma a Grado i giovani si danno da fare, più del passato. Un attivismo dovuto agli insegnamenti in famiglia e anche perché le associazioni locali, con all’interno persone d’esperienza, danno il buon esempio e insegnano i valori.
E come accade nello sport, dove quando nasce un campione tutti inseguono quella disciplina, a Grado si frequentano le società sportive sin da piccoli per imparare e si partecipa poi alle iniziative di volontariato. È la sintesi dell’omelia pronunciata ieri dall’arciprete monsignor Armando Zorzin in occasione della messa, non gremita come altre volte, per i Patroni Santi Ermacora e Fortunato.
Zorzin ha preso spunto dal recente omaggio floreale alla Madonnina del Mare quando, a bordo della Stella del Mare c’era anche la banda civica imbottita di giovani, non tutti maggiorenni. «La Stella del Mare profumava di futuro», le parole del monsignore. Nel fare riferimento alle diverse associazioni di volontariato, Zorzin ha voluto sottolineare come meritano di essere maggiormente conosciute e di maggiori adesioni.
Perché, nel rispetto della specificità culturale, sportiva, di valorizzazione del territorio, stanno dimostrando «notevole sensibilità verso coloro che necessitano di aiuto, di impegno educativo». Basta citare gli ospiti della Casa di Riposo di Grado, che ricevono le visite costanti di parenti ma anche di diversi volontari delle associazioni. Il parroco ha citato ancora le persone che curano gratuitamente il decoro delle chiese, permettendo anche che la basilica possa ospitare concerti e iniziative culturali.
Al termine della solenne cerimonia religiosa l’arciprete ha consegnato a Virgilio Tognon il premio “La cjave de San Piero”. Virgilio è un ministro straordinario dell’Eucarestia che porta anche ai malati nelle case e agli ospiti della Casa di Riposo. La conclusione dell’omelia ha fatto riferimento ai Patroni: «Continuiamo a pregare i Santi Patroni, che ci aiutino a non far distinzione di persone per credo religioso o politico».
E a proposito della politica è stato il neosindaco Dario Raugna a lanciare un messaggio. Il succo del suo intervento? I gradesi debbono tirar fuori l’orgoglio per rimediare ai recenti atteggiamenti critici e distruttivi che hanno portato a una profonda crisi.
«Abbiamo un ambiente naturale invidiabile - ha detto -, una storia unica, una parlata speciale, espressioni artistiche eccellenti nella lingua, nella pittura, nella musica. Dovrebbe così emergere un sentimento di orgoglio in ognuno di noi». E ancora: «Dobbiamo trovare la forza per superare le divisioni e l’individualismo che a volte ci caratterizzano, perché facciamo tutti parte di una grande famiglia».
Raugna ha invitato a riscoprire l’altruismo, la disponibilità verso gli altri, la solidarietà e il senso di gratuità espresso dai Santi Patroni Ermacora e Fortunato, «perché il collante che ci unisce - le sue parole - non può prescindere dalla cultura cristiana che ci caratterizza e che per venti secoli ha dato lustro alla nostra amata isola».
Dopo la cerimonia religiosa accompagnata dalla Corale-strumentale Santa Cecilia, la festa dei Patroni è diventata profana («la messa è finita ma la festa continua» ha detto il parroco). Sardelle arrostite con polenta e calamari hanno fatto la parte del leone alla “sardelada” dei Portatori della Madonna. E le musiche della Banda civica si è imbottita di giovani...
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