Grado e Trieste, le colonie estive dei viennesi

“Riviera austriaca” racconta le vacanze al mare dei nobili, ma anche della borghesia, nel periodo tra il 1857 e il 1913
Di Flavia Foradini

VIENNA. Quando il 3 maggio 1913 al Prater aprì le porte la grande esposizione viennese dedicata all’Adriatico, “Adria-Ausstellung“, il Litorale era già da mezzo secolo meta di vacanze e soggiorni di cura della borghesia della capitale asburgica. Nel giro di sette mesi era stata creata una Disneyland ante litteram, con ricostruzioni di edifici-simbolo delle più belle città della costa del Friuli Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia, raggruppate in un borgo ideale allungato sulle rive di un canale artificiale, navigabile e dotato di tre ponti, dominato da un campanile alto 40 metri. E per allietare i visitatori, caffè e ristoranti punteggiavano la vasta area.

Quando l’esposizione chiuse il 5 ottobre, furono contati due milioni di visitatori, nonostante i 79 giorni di pioggia su 155 di apertura. Il successo fece decidere la riapertura dell’area al pubblico, ma la crescenti tensione politiche nei Balcani nella primavera del 1914, e i già veementi venti di guerra, fecero desistere gli organizzatori dal progetto.

Ad avvicinare la “Riviera” era stata, nel 1857, l’inaugurazione della linea ferroviaria Vienna-Trieste, con un servizio che si rivolgeva ai borghesi, ma che incontrò presto anche il favore della nobiltà, perché chi disponeva di mezzi poteva viaggiare in compartimenti riservati, o in carrozze separate e dotate di ogni comfort.

È proprio all’arco di tempo compreso tra il 1857 e il 1913 che il Wien Museum dedica ora una mostra aperta fino al 30 marzo. Col titolo “Riviera austriaca. Vienna scopre il mare”, il team del museo che per missione ha lo studio di tutto ciò che concerne la capitale austriaca, ha raccolto 450 oggetti che spaziano da documenti storici a manifesti pubblicitari, da abbigliamenti tradizionali del Litorale a moda marina, da pezzi di arredamento, suppellettili e accessori di hotels e bastimenti, a carte nautiche, mappe e fotografie. E vi sono anche numerosi dipinti di artisti del tempo, fra cui Egon Schiele, Albin Egger-Lienz, Rudolf Kalvach, e Rudolf von Alt, che fissò a futura memoria una serie di splendide vedute, mentre del triestino Giuseppe Rieger, il Wien Museum propone un panorama che si sviluppa in un rotolo di 10 metri di lunghezza, rappresentando senza soluzione di continuità i più incantevoli tratti di costa tra Pola a Budua.

Mete predilette delle vacanze marine dei viennesi furono per oltre mezzo secolo soprattutto Abbazia – considerata il “giardino d’inverno di Vienna” – e fino alla fine dell’800 centro focale della “Riviera”, quindi Sistiana, Grado e Trieste, ma anche Spalato e Dubrovnik. Luoghi dove sorsero grandi alberghi dai nomi altisonanti.

E soppiantando le tradizionali località di cura del Mare del Nord, vi erano pure pezzi di costa acquistati dalla municipalità di Vienna, per costruirvi ospedali e istituti di cura per bambini e malati di tubercolosi, mentre l’imprenditore Paul Kupelwieser acquistò parte dell’arcipelago di Brioni e si lanciò in un’avventura di bonifica dalla malaria e di trasformazione delle selvagge isolette in un resort pieno di attrattive.

Un capitolo della mostra è dedicato agli Asburgo che amarono il mare: Sissi naturalmente, ma anche Massimiliano, il principe Rodolfo e la moglie Stefania del Belgio, Carlo Ludovico e Francesco Ferdinando, Carlo Stefano e Ludovico Salvatore.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo