Grado, camini del centro storico testimoni della storia ma oltraggiati dalle antenne

Un tempo la fattura dei comignoli distingueva le famiglie che abitavano nelle varie case. Oggi sono spesso oscurati da condizionatori e altri impianti
Nelle foto di Antonio Boemo, alcuni camini delle case del centro storico dell’Isola intaccati dalla “modernità”
Nelle foto di Antonio Boemo, alcuni camini delle case del centro storico dell’Isola intaccati dalla “modernità”

GRADO I camini sono una delle componenti che caratterizzano il suggestivo centro storico di Grado. Tutti i camini hanno una forma diversa poiché, in passato, ognuno di essi rappresentava una sorta di stemma delle famiglie. La costruzione dei comignoli era opera di abili artigiani che, prima di realizzarli, dovevano sottoporre il progetto ai proprietari. Soprattutto, non dovevano assomigliare ad alcun altro.

Oggi i tempi sono cambiati, molti proprietari degli storici edifici non sono nemmeno più gradesi (più di qualcuno è austriaco o tedesco), ma i camini ci sono sempre; fortunatamente sono stati mantenuti o rifatti come erano in precedenza e continuano a fare bella figura. E sono tanto fotografati. Non solo. Ci sono stati in proposito anche degli studi. Ricordiamo, ad esempio, che lo scomparso artista Aldo Marocco aveva realizzato una lunga serie di opere (sono anche state esposte in una mostra che ha goduto della presentazione del poeta Biagio Marin) proprio con al centro dell’attenzione i camini gradesi, opere realizzate a guazzetto, con il pennarello o a china.

Nel 1998 aveva dato alle stampe “Camini Veneti”, un libro con le immagini delle sue opere (curato oltre che dallo stesso Aldo Marocco anche da Sergio Molesi) con una prefazione intitolata “I Camini dell’anima” del giornalista Silvano Bertossi. I camini, scriveva Bertossi, erano il biglietto da visita dell’abitazione e Aldo Marocco li ha disegnati con le stesse emozioni, la stessa voglia di farli rivivere, o per lo meno, “riproporli all’attenzione di chi si è lasciato distrarre da tante false sirene”. Purtroppo in questi ultimi anni c’è stata la vera e propria invasione di antenne televisive e parabole satellitari di ogni genere. Capita anche di vedere attaccata al camino l’ingombrante parte esterna di un condizionatore. Il regolamento edilizio in vigore per quanto concerne il centro storico recita: «È consentito installare apparecchi di climatizzazione estiva e/o pompe di calore sulle facciate dell’edificio, a condizione che le unità motocondensanti esterne del tipo a split siano posizionate esclusivamente sui balconi o all’interno di nicchie esistenti delle unità immobiliari interessate dalla climatizzazione e non siano visibili dalla pubblica via, sfruttando anche elementi strutturali o architettonici della facciata in modo da ridurre l’impatto visivo, oppure utilizzando climatizzatori senza unità esterna. Sono ammesse anche le installazioni di impianti di climatizzazione sulle coperture piane e/o falde inclinate degli edifici a condizione che le unità esterne non siano visibili dalla pubblica via”.

E già che ci siamo ricordiamo anche che lo stesso regolamento edilizio precisa che per gli edifici esistenti, è consentita l’installazione di antenne paraboliche satellitari individuali, qualora la collocazione avvenga sui balconi prospicienti il cortile interno. ”L’apparato di ricezione delle trasmissioni radiotelevisive satellitari deve presentare una colorazione in grado di mimetizzarsi con quella del manto di copertura, con il minor impatto visivo possibile, in modo tale da tutelare adeguatamente gli aspetti paesaggistici”. —

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