Grado, boom di diportisti a Porto San Vito ma le maxi-barche respinte dai fanghi

Aumento del 40%, ma la Litoranea Veneta spina nel fianco. Bigot (Marina Azzurra): ho dovuto dire no a diversi armatori

GRADO Ottima stagione diportistica, sarebbe stata da record se a Grado fossero potute entrare anche barche di una certa lunghezza. Purtroppo la condizione della Litoranea Veneta con la sua profondità che in certi punti non consente la transitabilità a causa i fanghi presenti è un handicap che influisce in modo determinante su tutta l’Isola. Perché la nautica non è significativamente importante solo per i marina in senso stretto, ma anche per tanti altri servizi di terra e per l’intera città in quanto i diportisti non disdegnano certo, ad esempio, di recarsi nei vari ristoranti. Settore, la nautica, importante anche sotto l’aspetto occupazionale. Il discorso dei fanghi vale anche per il porto che, pur se è stato parzialmente dragato, non ha più il pescaggio di un tempo quando all’interno attraccavano anche i grandi vapori e le motonavi delle linee marittime per Trieste (ricordate ad esempio l’Ambriabella?). Certo la chiusura che sta avvenendo in Croazia aiuta ancor di più ma in realtà l’andamento diportistico di quest’anno sta andando alla grande fin dall’inizio, ancora prima della crisi nel vicino Paese, seppure non tutte le marine gradesi hanno lavorato in egual maniera. Ci sono marine che registrano affluenze record mai avute in precedenza (si parla di incrementi anche del 30-40% di presenze) e anche il porto di Grado registra una presenza di scafi molto numerosi come probabilmente non si vedeva da tanti anni.

«La stagione sta andando bene – dice Andrea Bigot di Porto San Vito – per me decisamente sopra la media. Proprio a seguito dell’epidemia tanti si sono rifugiati nella nautica da diporto che garantisce la social distance; tutti si sono sentiti più liberi con la nautica». In aggiunta, dice ancora Bigot, c’è il problema della Croazia che ha chiuso i porti con la conseguenza che i diportisti si sono riversati nell’Alto Adriatico, da Ravenna fino al Friuli Venezia Giulia. Per tanti diportisti quest’anno è stato, tra l’altro, all’insegna della riscoperta anche delle diverse località e prima di tutte quelle più interessanti come Grado che offre anche la laguna e il centro storico con le sue basiliche paleocristiane. C’è l’aspetto negativo. Grado avrebbe potuto quest’anno ospitare anche scafi di grandi dimensioni. Invece niente. «Peccato – conclude Bigot – abbiamo dovuto dire di no a diversi armatori di grandi barche, anche di oltre 25 metri, in quanto i canali non sono dragati e qui da noi non possono arrivare».

Sotto l’aspetto della pianificazione il Comune ha posto nelle sue linee strategiche anche il potenziamento della portualità nei canali d’accesso (Litoranea Veneta a ovest del ponte veicolare girevole per Belvedere e sul canale di Primero) ma ciò va a confliggere con la situazione in cui versano i fondali. Bigot ricorda al proposito che la società Marina Azzurra titolare di Porto San Vito s’è già da tempo attivata con la Regione per individuare una soluzione, anche di natura strutturale, capace di evitare, per la Litoranea Veneta nel tratto di accesso a Grado, continui e costosi dragaggi. «Un intervento definitivo – dice Bigot – che porterebbe vantaggio a tutta la portualità e in particolare per il porto mandracchio, per altro classificato porto rifugio, avendone le caratteristiche strategico-localizzative». Dice ancora che la complessità delle procedure amministrative ha però di fatto interrotto quanto posto in essere da porto San Vito per la difficoltà di istituire un tavolo tecnico, ritenuto necessario ad individuare la soluzione migliore sia dal punto di vista dell’efficacia dell’intervento che dal punto di vista economico.—

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