Gradisca, storica partita di calcio tra i migranti del Cara e l'Ism - VIDEO
Pomeriggio memorabile al Colaussi: in scena la prima amichevole tra l’Ism e una selezione di profughi

Foto ricordo assieme dei giocatori dell’Ism e del Cara (Bumbaca)
Lo stadio Colaussi ha ospitato oggi un evento a suo modo storico, con la prima amichevole fra una rappresentativa di richiedenti asilo del Cara e l'Itala San Marco Gradisca, i cui dirigenti sono stati i promotori dell'iniziativa.
Un modo per conoscersi meglio, equidistanti sia dai pregiudizi che dai buonismi. Del resto una struttura come il Cara, con la sua presenza-record giunta in questi giorni ad oltre 500 ospiti, non può più essere avulsa dal contesto cittadino. Come minimo va capita e metabolizzata. Un centinaio i richiedenti asilo che hanno raggiunto lo stadio comunale per tifare per la propria rappresentativa.
Un team interconfessionale - in squadra sia islamici, che cattolici, che cristiani di altre confessioni - composto da ragazzi di Gambia, Costa d'Avorio, Sierra Leone, Nigeria, Ghana, Guinea Bissau, Somalia, Senegal. Tanta Africa, dunque, ma non solo: in rosa anche tre ragazzi aghani e un pakistano, gli unici asiatici - ci spiegano - che hanno provato a mettersi in gioco con il calcio, che dalle loro parti è assai poco popolare. In comune hanno il fatto di essere scappati da teatri di guerra, raggiungendo l'Europa chi sui barconi della speranza partiti dalla Libia e chi via terra, nascosto in un camion o in un cargo.
Gradisca, per i ragazzi del Cara la libertà è un pallone
Nel prepartita scalpitano, nelle divise bianche che l'Ism ha messo a loro disposizione. Sono le mute che l'Itala utilizzava quando era fra i professionisti. Dalle parte opposta ci sono i loro coetanei occidentali, ben pettinati e le barbe curate, forse incuriositi dal clamore destato da questa amichevole che proprio come tutte le altre non è. Gli scarpini per i migranti, invece, li ha messi a disposizione l'ente gestore del Cara, la coop Minerva, che le ha donate agli ospiti. Il tempo di effettuare un breve riscaldamento ed emerge un problema: non ci sono i guanti da portiere per i due estremi difensori del Cara.
Un altro paio proprio non salta fuori e i due portieri accettano coraggiosamente di giocare a mani nude: risulteranno fra i più applauditi dai compagni di permanenza all'ex Polonio. Poco importa se dopo neanche un quarto d'ora l'Ism è già sul 3-0. I ragazzi del Cara si impegnano come leoni, gridano, sbuffano, si impappinano. A volte entrano sul pallone anche in maniera poco ortodossa - un baby italino per poco non ci rimette i gioielli di famiglia - ma tutto rimane nei confini del divertimento. E ogni volta che viene effettuato un cambio, chi esce ha un sorriso grande così stampato sul volto.
(il racconto completo sul giornale di domani, 22 dicembre 2016)
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