Gradisca, storica partita di calcio tra i migranti del Cara e l'Ism - VIDEO

Pomeriggio memorabile al Colaussi: in scena la prima amichevole tra l’Ism e una selezione di profughi
Foto ricordo assieme dei giocatori dell’Ism e del Cara (Bumbaca)
Foto ricordo assieme dei giocatori dell’Ism e del Cara (Bumbaca)
Lo stadio Colaussi ha ospitato oggi un evento a suo modo storico, con la prima amichevole fra una rappresentativa di richiedenti asilo del Cara e l'Itala San Marco Gradisca, i cui dirigenti sono stati i promotori dell'iniziativa.
 
Immigrati, l’integrazione passa per il calcio
Bumbaca Gorizia 25.10.2014 Calcio ISM Gradisca vs Monfalcone Fotografia di Pierluigi Bumbaca
 
Un modo per conoscersi meglio, equidistanti sia dai pregiudizi che dai buonismi. Del resto una struttura come il Cara, con la sua presenza-record giunta in questi giorni ad oltre 500 ospiti, non può più essere avulsa dal contesto cittadino. Come minimo va capita e metabolizzata. Un centinaio i richiedenti asilo che hanno raggiunto lo stadio comunale per tifare per la propria rappresentativa.
 
 
 
Un team interconfessionale - in squadra sia islamici, che cattolici, che cristiani di altre confessioni - composto da ragazzi di Gambia, Costa d'Avorio, Sierra Leone, Nigeria, Ghana, Guinea Bissau, Somalia, Senegal. Tanta Africa, dunque, ma non solo: in rosa anche tre ragazzi aghani e un pakistano, gli unici asiatici - ci spiegano - che hanno provato a mettersi in gioco con il calcio, che dalle loro parti è assai poco popolare. In comune hanno il fatto di essere scappati da teatri di guerra, raggiungendo l'Europa chi sui barconi della speranza partiti dalla Libia e chi via terra, nascosto in un camion o in un cargo.
 
 
Gradisca, per i ragazzi del Cara la libertà è un pallone
 
 
Nel prepartita scalpitano, nelle divise bianche che l'Ism ha messo a loro disposizione. Sono le mute che l'Itala utilizzava quando era fra i professionisti. Dalle parte opposta ci sono i loro coetanei occidentali, ben pettinati e le barbe curate, forse incuriositi dal clamore destato da questa amichevole che proprio come tutte le altre non è. Gli scarpini per i migranti, invece, li ha messi a disposizione l'ente gestore del Cara, la coop Minerva, che le ha donate agli ospiti. Il tempo di effettuare un breve riscaldamento ed emerge un problema: non ci sono i guanti da portiere per i due estremi difensori del Cara.
 
I richiedenti asilo si raccontano in un film
 
 
Un altro paio proprio non salta fuori e i due portieri accettano coraggiosamente di giocare a mani nude: risulteranno fra i più applauditi dai compagni di permanenza all'ex Polonio. Poco importa se dopo neanche un quarto d'ora l'Ism è già sul 3-0. I ragazzi del Cara si impegnano come leoni, gridano, sbuffano, si impappinano. A volte entrano sul pallone anche in maniera poco ortodossa - un baby italino per poco non ci rimette i gioielli di famiglia - ma tutto rimane nei confini del divertimento. E ogni volta che viene effettuato un cambio, chi esce ha un sorriso grande così stampato sul volto.
 
(il racconto completo sul giornale di domani, 22 dicembre 2016)

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