Gradisca, rubato il cuore in legno di Alex. L'appello della mamma: «Riportatemelo»

Sottratto dall’albero piantato in memoria del 31enne deceduto nell’agosto 2019  Il dolore della madre: «È come se avessero tolto ancora un pezzo del suo corpo»
Il cuore in legno appeso all’albero dedicato ad Alex Muraro
Il cuore in legno appeso all’albero dedicato ad Alex Muraro

Gradisca Un cuore in legno. Sulla sua superficie, un nome e una data. Un segno semplice, ma dal valore immenso: perché quel cuore ricorda una giovane vita spezzata, quella di Alex Muraro, un ragazzone gradiscano buono come il pane che il destino e una avversario sleale e maligno come la malattia si sono divertiti a portare via troppo presto, all’età di appena 31 anni, in un maledetto giorno di agosto del 2019. L’altra sera si è divertito anche qualcun altro, in maniera se possibile ancor più squallida e subdola della malattia: qualcuno che ha portato via quel cuore dal piccolo albero che nei mesi scorsi era stato piantato in memoria di Alex al parco di via degli Eroi, ad opera dei tanti che gli hanno voluto bene.

A denunciare l’accaduto è stata la mamma, Anna Maresca, il cui sangue si è gelato nelle vene quando ha notato che il piccolo cuore era stato asportato da mano ignota (e probabilmente idiota). «Sono sempre stata una persona che vede il bene in ogni cosa e in ogni persona – si sfoga Anna –, ma con il tempo che passa mi accorgo che non è così. Esiste gente senza cuore, senz’anima, che non ha rispetto neanche per i defunti. Qualcuno ha rubato quel cuore di legno, donato con amore e collocato sull’albero che i Comune gentilmente aveva messo a disposizione in memoria di Alex. È un gesto ignobile, scandaloso, riprovevole. Non auguro male a chi ha fatto questo: ma gli chiedo soltanto di riportarlo dove lo ha preso».

Bravata o cattiveria poco importa, la donna trattiene a fatica le emozioni: i brutti ricordi del calvario che inevitabilmente riaffiorano. «È come se ad Alex avessero tolto ancora un pezzo del suo corpo. Aveva già sofferto abbastanza: mi è stato portato via un po’ per volta, lentamente e dolorosamente. Spero che qualcuno possa fare a pugni con la propria coscienza e restituire ciò che ci ha portato via».

Diplomato all’agrario “Brignoli”, Alex Muraro aveva lavorato come cantiniere specializzato in alcune aziende della zona. Sempre positivo e sorridente, era un grande appassionato di mountain bike e fuoristrada, passioni che ha perseguito davvero sino all’ultimo. Nel settembre del 2015, accompagnato dal pilota cormonese Thomas Tonicello, aveva coronato il suo sogno di compiere un’impresa da Guinnes: raggiungere in meno di 24 ore, partendo dalla sua Gradisca, il piccolo paese di Dunnethead, nel punto più a nord della Scozia, a bordo di un’antiquata e semplicissima Volkswagen Polo del 1997. Erano bastate 22 ore e spiccioli per percorrere i 2.673 km verso la località sul Mare del Nord. Appena pochi mesi prima Alex aveva affrontato un delicato intervento alla testa e quello era stato il suo modo di urlare la sua voglia di vivere. –

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