Gradisca, presepe incenerito dai vandali FOTO

Distrutta la Natività allestita nell’ancona di Porta Nuova. Il sindaco Tomasinsig: «Un atto che ferisce l’intera comunità»
Bumbaca Gorizia 01_01_2018 Gradisca presepe incendiato © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 01_01_2018 Gradisca presepe incendiato © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GRADISCA. Risveglio choc per Gradisca nel primo giorno del nuovo anno. Un incendio, per il quale sembra farsi strada l'origine dolosa, ha completamente incenerito e distrutto la Natività collocata ai piedi dell'altare dedicato alla Madonna della Porta, uno dei luoghi più significativi del centro storico della Fortezza. Le fiamme, forse innescate dal lancio di un grosso petardo, hanno divorato e ridotto a un ammasso di cenere le statuette del presepe e, probabilmente alimentate dal cotone della tovaglietta che ornava l'altare e dal muschio, hanno annerito le colonne dell'edicola e la volta della cappellina che ospita l'effigie della Vergine.

Intatto, invece, il quadro dedicato alla Madonna, che è protetto da una lastra di vetro. Il piccolo luogo sacro si trova in una proprietà privata, ma è visibile e raggiungibile dalla pubblica via, protetto soltanto da un cancelletto. L'altare della Madonna della Porta è venerato e rispettato da generazioni di gradiscani. Uno scorcio curato con amorevole devozione dai proprietari, la famiglia Novelli, che da decenni lo rende un luogo aperto e fruibile dai residenti e dai passanti.



Il fatto si sarebbe verificato dopo le 2 della notte di Capodanno. I vicini non si sono accorti di nulla, eccezion fatta che per un vago odore di zolfo cui non è stato dato un peso eccessivo trattandosi pur sempre della notte dei botti di Capodanno.

Ad avvisare le forze dell’ordine è stato un passante. Una deprecabile ragazzata, forse andata (sin troppo) oltre le già di per sè discutibili intenzioni degli autori? Un atto di ostilità contro quel simbolo religioso? O un incidente causato dal "corto" delle luci natalizie? Pur non escludendo nessuna "pista", i carabinieri sembrano propendere per l'atto volontario.

«Escludo anzitutto che possa trattarsi degli ospiti del Cara - sottolinea la signora Antonella Novelli, che da 25 anni si occupa della zona - sicuramente è una bravata di qualche giovane nostrano». Fra le lacrime, Antonella Novelli afferma come anche dai primi rilievi dei Carabinieri della Compagnia di Gradisca sia emersa la dolosità dell’evento: «Hanno rubato un lumino a led e abbiamo ritrovato i resti di un mortaretto nelle vicinanze. Tra muschio e cotone il presepe ha preso fuoco immediatamente. E non è nemmeno un'azione verso la sottoscritta - conclude Antonella - perché in 25 anni non mi sono mai vantata di nulla e non vedo chi potrebbe avercela con noi al punto di compiere un gesto simile. No, è un'atto contro il simbolo».

Addolorato, ma prudente il commento del parroco di Gradisca, don Stefano Goina: «Difficile rilasciare dichiarazioni sinché non sarà stata stabilita con certezza la causa di questo fatto - afferma -. Posso uspicare che questo gesto che va a ferire la Natività e la comunità di Gradisca non si configuri come un atto di ostilità verso la religione cattolica e dei valori che essa rappresenta». Forte anche la condanna del sindaco, Linda Tomasinsig, che appresa la notizia si è immediatamente recata sul posto.

«È un episodio che ferisce i fedeli, la comunità tutta di Gradisca e in particolare una famiglia che si è sempre dedicata gratuitamente e con amore a un luogo di culto così radicato nel cuore dei nostri concittadini. Una bravata? Di certo da qualche tempo abbiamo contezza di atti vandalici sempre più frequenti nel centro e nei parchi: recentemente sono stati rotti alcuni giochi per bambini alla Pineta, incendiata una panchina dedicata all'Alpe Adria Trail, ritrovati cartoni bruciati lungo via Bergamas. Confidiamo possano essere individuati i responsabili di questi gesti, collegati fra loro o meno poco importa».

Intanto in serata l'assessore all'Urbanistica, Alessandro Pagotto, ha assicurato l’assistenza del Comune alla famiglia Novelli per accompagnarla in un eventuale iter burocratico per il ripristino al decoro originale del piccolo luogo di culto.

 

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