Gradisca, "niente sconti di pena per l’investitore che uccise Valentina"
GRADISCA. La Procura generale della Corte di cassazione ha chiesto il respingimento del ricorso di Massimiliano Cesari, il 36enne operaio di Mariano del Friuli che nel novembre di tre anni orsono investì con l’auto e uccise Valentina Pugliese con l'aggravante di essersi dato alla fuga. La Suprema corte ha discusso giovedì il ricorso di Cesari, assistito dal suo legale Renzo Pecorella, contro la condanna che gli era stata inflitta nei primi due gradi di giudizio. Resta con il fiato sospeso, seppure animata da un cauto ottimismo, la famiglia di "Vale".
«Tutto quello che possiamo dire in questa fase è che la famiglia Pugliese e la difesa auspicano che la richiesta della Procura sia accolta dai giudici», commentano gli avvocati Paolo Bevilacqua e Vincenzo Martucci. Il dispositivo della sentenza sarà pubblicato nelle prossime ore, al più tardi all'inizio della prossima settimana. Poi seguiranno le motivazioni della stessa. E, almeno dal punto di vista penale, sarà stato scritto l'ultimo capitolo di una vicenda dolorosa che scosse tutto l'Isontino.
Se la Cassazione confermerà la condanna di Cesari, il marianese sarà ritenuto colpevole di omicidio colposo e omissione di soccorso. Per queste ragioni era stato condannato sia in primo grado sia in Appello a tre anni di reclusione, al risarcimento dei danni in sede civile e alla sospensione per due anni della licenza di guida, oltre al pagamento delle spese processuali.
Ma nonostante due sentenze apparentemente granitiche nei suoi confronti, Cesari – assistito dal legale Renzo Pecorella – si era giocato anche l’ultima carta, quella della Cassazione. La difesa del 36enne ha sempre contestato in sede processuale l’omessa concessione in primo grado delle attenuanti generiche, l’inammissibilità decisa dal Tribunale di Gorizia rispetto alle richieste misure alternative al carcere e del beneficio della condizionale, passando per il diniego dei giudici di sentire la madre dell’assistito come teste e per l’«eccessività della pena irrogata».
Infine la difesa di Cesari ha sempre contestato anche la costituzione stessa a parte civile della famiglia Pugliese, asserendo che la stessa era stata già risarcita in sede assicurativa, riconoscendo il danno civile ma di fatto non quello morale cagionato dalla eprdita di "Vale".
Stamane, nel terzo anniversario della sua scomparsa, sarà ricordata alle 10 con una messa celebrata nella chiesa del Sacrario di Redipuglia. Sono addolorati e esausti i genitori di Valentina, assistiti come detto dai legali Bevilacqua e Martucci e tuttora riconoscenti all’avvocato Contini, prematuramente scomparso, che li aveva seguiti sin dalle prime battute.
«Dobbiamo affrontare ancora una battaglia – avevano dichiarato recentemente Salvatore e la moglie Cinzia –. Che ci sarebbe stato un ricorso in Cassazione ce l’aspettavamo, ma il pensiero di dover attendere ancora per avere giustizia è frustrante e ci sta consumando. Perdonare? È impossibile, non abbiamo mai visto un segno di pentimento da chi ha prima investito nostra figlia».
Era il 17 novembre quando Valentina, 24enne barista estremamente benvoluta nella cittadina, venne travolta dall'auto impazzita di Cesari in un piovoso lunedì sera. Il marianese si costituì alle forze dell’ordine solamente il giorno dopo, indotto dalla decisione del passeggero che viaggiava con lui di presentarsi spontaneamente dai carabinieri.
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