Gradisca, l’imbrattatore seriale è una donna
GRADISCA. Ha un volto, ma non ancora un nome il “fantasma” che ha imbrattato d’olio l’intero centro storico di Gradisca d’Isonzo. E ora è ufficiale: si tratta di una donna. Ad aggiungere un nuovo capitolo a una vicenda che ha del grottesco è stato il fatto che l’anonima untrice ha colpito ancora. Questa volta nel pieno centro di Udine, in via Pracchiuso.
Nella prima mattinata di giovedì – per ragioni che al momento ancora sfuggono a ogni logica – una figura ha imbrattato l’intera via gettando il solito olio chiaro, in grande quantità, anche nel chiostro e ai piedi della scalinata della basilica della Madonna delle Grazie, costringendo i frati e i loro collaboratori a pulire tutto. La stessa cosa, si è scoperto in seguito, era successa anche nelle vie Scrosoppi, Treppo e Ronchi del capoluogo friulano. L’episodio è stato ripreso dalle telecamere del santuario.
«Abbiamo visionato i filmati – ha raccontato padre Francesco Polotto, parroco e priore delle Grazie –, anche perché non è la prima volta che succede una cosa del genere, e abbiamo individuato una persona. Pare essere una donna. Naturalmente sporgeremo denuncia e consegneremo alle forze dell’ordine i filmati». Appresa la notizia, anche a Gradisca gli amministratori si sono attivati per comprendere se vi potessero essere collegamenti fra i vari episodi. «La comandante della Polizia locale Nadia Piccolo si è immediatamente messa in contatto con i colleghi di Udine – ha spiegato ieri il sindaco Linda Tomasinsig –. Ha messo a disposizione le immagini acquisite dalla nostra videosorveglianza, che sono piuttosto nitide. E tutto lascia pensare che stiamo parlando della stessa persona».
Dalle immagini è chiaro, una volta di più, come agisce: utilizza un sacchetto di plastica, dentro il quale nasconde una confezione d’olio. Sul fondo del sacchetto c’è un foro, attraverso il quale la sostanza è sparsa lungo marciapiedi, scalinate, stipiti e soglie. «Il fatto che la donna abbia colpito con un raggio d’azione così vasto spiegherebbe perché sinora nonostante le fitte indagini non sia stato possibile identificarla con certezza – prosegue ancora Tomasinsig-. La Polizia locale in queste settimane si è confrontata con i colleghi delle forze dell’ordine, ma anche con gli operatori dei servizi sociali nel tentativo di individuare questa persona. E nulla è emerso. L’auspicio è che l’episodio di Udine possa fornire nuovi elementi e permettere di chiudere questo caso una volta per tutte».
L’imbrattatrice prima di “firmare” un nuovo raid aveva colpito tre volte in un mese fra l’Isontino e la Bassa Friulana. Ha dapprima deturpato il centro storico di Gradisca, dove a fine ottobre erano state insozzate banca, posta, piazzale della chiesa, vetrine, monumento alla Vittoria di piazza Unità e androni di diverse abitazioni private. Per poi ripetersi a qualche giorno di distanza a Cervignano. Sparita per circa un mese era riapparsa a Gradisca nella meno centrale via Aquileia. Molto complesso comprendere le ragioni di un simile comportamento e pure il perché di queste azioni letteralmente “a macchia di leopardo”. Non sono invece ancora stati quantificati i danni, ma – come afferma il sindaco – «ci sono e non sono di poco conto». Molte delle chiazze non sono infatti sparite, soprattutto quelle dalla delicata pietra con cui è stato ripavimentato il centro storico.
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