Gradisca dà l'addio a Lucio Furlan, medico legale colto e professionale

Nel mestiere di anatomopatologo seguì i casi di cronaca nera e i processi sulle morti di amianto e per uranio impoverito 
Lucio Furlan
Lucio Furlan

GRADISCA Se n’è andato un pilastro della sanità isontina. Un medico che ha scritto pagine importanti nella storia giudiziaria del territorio provinciale. Il dottor Lucio Furlan, 77 anni, storico anatomopatologo e medico legale, si è spento all’ospedale di Gorizia. Se n’è andato com’era nel suo stile, apparentemente schivo, a causa di una lunga malattia. Finché ha potuto, ha tenuto per sé la sua sofferenza, quasi a non voler recare disturbo agli altri. Fino all’ultimo, a fine febbraio, ha continuato a lavorare come sempre nel suo storico ambulatorio di viale Trieste. Fra le dita l’ultima sigaretta di decine di migliaia divorate avidamente per tutta una vita spesa sul campo.

Figlio di Lino, ex sindaco di Mariano, e Maria, insegnante di Isola Morosini, Lucio Furlan dopo il diploma di maturità classica al Dante Alighieri di Gorizia ha assecondato l’amore per la medicina: la laurea nel 1971 a Trieste, seguita un anno dopo dall’abilitazione e quindi da tre specializzazioni: Anatomia e Istologia patologica nel 1975, Medicina legale e delle assicurazioni nel 1979, Igiene e Medicina preventiva nel 1988.

Dopo avere operato per decenni come medico di base (allora si diceva ancora “di famiglia”), Furlan si è quindi dedicato alla medicina legale. Negli anni i suoi referti, stilati a tutte le ore del giorno e della notte, sono diventati un punto di riferimento ascoltatissimo ed affidabile per magistrati e forze dell’ordine. La sua professione ha incrociato tanti casi di cronaca nera e giudiziaria; basti pensare agli omicidi Grubissa, Felluga, Melinte e Succi. O al maxi-processo per l’amianto e le inchieste sull’utilizzo dell’uranio impoverito negli scenari di guerra dei Balcani. Per l’allora Asl ha guidato per anni anche la commissione medica locale per le patenti.

Negli ultimi anni aveva scelto di vivere a Gorizia. Di poche e misurate parole, sguardo imperscrutabile, Furlan nascondeva dietro quell’apparente corazza una grande umanità e giovialità.

Lusso e ostentazione proprio non gli appartenevano: meglio un caffè e una partita a carte con gli amici di sempre o con l’interlocutore del momento, senza pregiudizi. Innamorato dell’Inter di Herrera e grande appassionato di storia, autentico divoratore di libri, è stato uomo di scienza, ma anche di fede. Anche in questo caso, mai ostentata, ma vissuta nella riservatezza che caratterizzava un personaggio quasi da “giallo” alla Agatha Christie: avvolto da una nuvola di fumo, riflessivo e glaciale pur nei contesti più difficili, ombroso ma di enorme garbo. E piacevole cultura.

Da poco era diventato nonno per la seconda e terza volta. Lucio Furlan lascia Giuliana, i figli Nicola con Giovanna e Leòn, Enrico con Michela, Chiara con Alessandro, Giulia e Nicolò. Le esequie saranno celebrate domani alle 11 a San Valeriano. —

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