Gradese minacciato con una mazza: 3 denunce

Il terzetto di macedoni s’è presentato in ufficio pretendendo il compenso per dei lavori fatti. Debito smentito dall’azienda

PASIAN DI PRATO Si sono presentati in azienda con una mazza. E l’hanno brandita minacciando il collaboratore del titolare per riscuotere il compenso che – a loro dire – dovevano avere per dei lavori svolti in passato in un cantiere dell’hinterland udinese.

Per questo tre fratelli macedoni, uno di 31 e due di 36 anni, tutti residenti a Valdobbiadene in provincia di Treviso, sono stati denunciati dai carabinieri di Fagagna per minaccia aggravata e porto abusivo di armi o oggetti atti a offendere.

Il fatto è accaduto mercoledì pomeriggio, in via Moretti, a Pasian di Prato, nell’azienda di costruzioni Investimenti Immobiliari A.D. srl. I tre uomini, titolari e soci di un’impresa edile a cui era stato affidato un subappalto per delle opere da svolgere a Reana del Rojale, si sono presentati alla porta chiedendo insistentemente di avere i soldi che, secondo quanto affermavano, ammontavano ad alcune decine di migliaia di euro.

Più volte hanno ribadito che non sarebbero andati via senza prima aver ricevuto quanto spettava loro per le opere effettuate. Il collaboratore, a quel punto, di fronte al loro atteggiamento aggressivo ha chiamato subito il titolare, Alessandro Dozzi, 48 anni di Grado, che in quel momento non si trovava in azienda e che si è subito precipitato in sede. Sono state quindi allertate le forze dell’ordine. Giunti sul posto, i carabinieri della stazione di Fagagna hanno riportato alla calma la situazione.

Le richieste avanzate dai tre uomini sono state smentite dall’azienda di Pasian di Prato, realtà che opera nel settore del residenziale privato. «Le pendenze economiche – ha affermato infatti l’avvocato Lorenzo Fabbro di Udine – erano già state oggetto di trattative bonarie, così come erano già stati definiti in precedenza e in forma scritta tutti gli adempimenti che dovevano essere assunti. Per questo l’atteggiamento assunto dalle tre persone non trova alcuna giustificazione, né tanto meno una spiegazione».

Il titolare si riserva di procedere nelle opportune sedi legali. «Le tre persone – aggiunge Dozzi – per loro stessa ammissione avevano svolto i lavori non a regola d’arte e questo si evince con chiarezza dalla corrispondenza intercorsa per iscritto. Non solo, in un altro caso non avevano concluso il contratto di un cantiere e nonostante avessimo anticipato loro un acconto se ne sono andati via prima». —


 

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