Governo-Regione Fvg, è già scontro: stop alla legge anti-immigrati
Palazzo Chigi accende la miccia e impugna le norme sul welfare padano nella prima seduta del Consiglio dei ministri: «Leggi discriminatorie». L’ira di Fedriga: «Traditori»
Italian Minister of the Regional Affairs Francesco Boccia with Italian Minister of Public Administration Fabiana Dadone during a new government swearing-in ceremony at the Quirinal Palace in Rome, Italy, 05 September 2019. ANSA/ANGELO CARCONI
TRIESTE La prima mossa del governo giallorosso non è una carezza verso la giunta a trazione leghista del Fvg. Il Consiglio dei ministri appena insediato, su proposta del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, impugna infatti la legge regionale 9 approvata a fine giugno. Sono le «Disposizioni multisettoriali per esigenze urgenti del territorio regionale», un testo omnibus che il nuovo esecutivo ha impallinato tra l’altro in due passaggi, su lavoro e immigrazione, che erano stati già contestati da Luigi Di Maio.
Nel mirino del governo, che motiva l’impugnativa spiegando che la legge contiene «numerose disposizioni» che «eccedono dalle competenze statutarie» e, sull’immigrazione, che «appaiono discriminatorie», è finito innanzitutto l’incentivo voluto dall’assessore al Lavoro Alessia Rosolen per favorire le assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori coinvolti in crisi economiche, a patto che siano residenti da almeno cinque anni in Fvg. Ma sotto contestazione c’è anche la norma presentata dall’assessore alle Politiche dell’immigrazione Pierpaolo Roberti che riguarda lo spostamento di alcune centinaia di migliaia di euro dai programmi destinati all’accoglienza dei richiedenti asilo al sostegno ai rimpatri forzosi di irregolari (di competenza statale e non regionale). Sono poi ritenute incostituzionali alcune disposizioni sulla tutela dell’ambiente (anche in questo caso questione di competenza statale e non regionale, nello specifico sulla quantità di polli in un allevamento), ma anche sul personale regionale e in sanità, su una previsione in materia di primo intervento sanitario.
Su incentivi all’occupazione e immigrazione, in particolare, la partita era aperta da settimane. Era stato infatti l’allora ministro dello Sviluppo economico Di Maio a siglare una comunicazione informale alla Regione in cui emergeva il rischio «incostituzionalità».
Quello del Mise era solo un parere interlocutorio, nell’attesa che il ministro leghista per gli Affari regionali Erika Stefani decidesse se procedere contro il Fvg. Ma Stefani, causa crisi di governo, non occupa più gli uffici di palazzo Cornaro.
Al suo posto c’è Boccia e il suo battesimo è l’altolà alla legge 9. Fedriga, da subito, non aveva gradito la gamba tesa dello Stato. «Le contestazioni mosse dal Mise sono identiche a quelle sollevate dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, sostenuta da George Soros. Al ministero del Lavoro comanda Soros?», attaccò a fine luglio il governatore. Non stupisce dunque che ieri Fedriga abbia riutilizzato il mezzo preferito per la comunicazione, la diretta Fb, tuonando contro il nuovo governo: «Una vergogna. Tutti i cittadini Fvg devono sapere cosa stanno facendo a Roma col primo Cdm fra Pd e M5S, già diventato il governo dell’immigrazione selvaggia».
Nel merito, Fedriga difende la legge omnibus: «I soldi dei residenti non servono per diminuire la disoccupazione in Polonia e in Francia». E ancora: «Quando siamo arrivati in Regione c’erano i corsi di sci per chi entrava irregolarmente. Noi abbiamo usato quei fondi in collaborazione col governo per i rimpatri volontari». Poi, più politico: «Sono contento di dare fastidio a questi traditori che non hanno voluto far votare il popolo e hanno impugnato leggi votate dal Consiglio Fvg volte a impiegare i soldi pubblici per i cittadini del Fvg. Secondo loro dobbiamo dare questi soldi agli immigrati». La conclusione è che «non ci facciamo intimidire, andremo alla Corte costituzionale. Sono anzi già state presentate le controdeduzioni ai ministeri competenti. Io non mollo, il Fvg non molla, la maggioranza del Fvg non molla».
A dargli man forte è subito Matteo Salvini, pure lui in diretta Fb: «Bell’esordio, rispettoso dell’autonomia delle popolazioni, dei governatori, dei territori e degli italiani, per il governo Pd-M5s e Leu. E anche Leu, perché non dimenticatevi di Fratoianni e Boldrini. Sarà un autunno di battaglia».
«Si tratta di un’attività ordinaria, corrente e oserei dire anche banale», ha fatto sapere a sua volta in serata il neoministro Boccia: «C’era una legge regionale che violava una serie di norme, la Regione Fvg solo ieri sera ha scritto che avrebbe scelto di adeguarsi, ci auguriamo che lo faccia. I termini per impugnare la legge scadevano domani e il Cdm aveva già deciso di impugnarla. Se il Fvg si adeguerà si potrà pensare anche di ritirare il provvedimento». «Non si tratta affatto di un’attività ordinaria, corrente né banale, bensì di una puntuale azione politica mirata a colpire i cittadini del Fvg», la replica via comunicato a stretto giro di Fedriga: «Capisco che il ministro Boccia si sia appena insediato, ma è evidente che non conosca i termini della questione. La Regione Fvg ha infatti dato la propria disponibilità a modificare due norme, specificatamente una riguardo la caccia e una sugli allevamenti, che il Governo non ha impugnato. Per quanto riguarda invece le norme legate all’immigrazione mai abbiamo dato né mai daremo disponibilità a modificarle».
La notizia dell’alt di Roma alla Regione guidata da Fedriga alla prima uscita del governo giallorosso ha generato ovviamente una raffica di reazioni. «In un anno e mezzo il governo a guida Lega-Salvini non ha mai impugnato una norma del Fvg. Se il buongiorno si vede dal mattino, abbiamo tutte le ragioni di preoccuparci per un atteggiamento che mina la libertà di azione della Regione, anche se non ci facciamo certo intimorire e andiamo avanti ancora più decisi», così il capogruppo del Carroccio in Consiglio regionale Mauro Bordin.
«Fedriga telefoni al suo ex vicepremier in vacanza in Trentino e gli chieda com’era stata fatta dal suo governo l’istruttoria che ha portato oggi all’impugnazione della legge regionale», dichiara quindi la deputata dem Debora Serracchiani: «Un presidente di Regione che è stato capogruppo alla Camera dovrebbe sapere che questi non sono provvedimenti che si costruiscono da un giorno all’altro, tanto meno in un solo giorno. Si rassegni ad aver voluto una legge talmente forzata che già al primo vaglio del governo gialloverde aveva ricevuto l’alt, in primo luogo perché va oltre le competenze addirittura della nostra Regione a statuto speciale».
«Oggi scopriamo che il precedente governo accettava le violazioni della Costituzione solo per affinità politica, un fatto gravissimo», aggiunge la consigliera regionale dem Chiara Da Giau, mentre il segretario regionale Pd Cristiano Shaurli ricorda a Fedriga che «l’impugnazione era già prevista. Purtroppo non possiamo intestarci il merito: era una stupidaggine anche per il suo governo. Inizi piuttosto a tenere un comportamento degno di un presidente di Regione e ci eviti le sue isterie e la maleducazione in diretta Fb. Da questa parte non ci sono traditori, verifichi dalla sua». «Speriamo che un governo più civile ed europeo di quello precedente induca anche la Regione a una legislazione meno arbitraria ed ideologica», è l’auspicio di Furio Honsell dai banchi di Open. Sandra Savino, coordinatrice di Fi Fvg, la chiude così: «Un segnale di cambiamento del vento che dovrebbe far riflettere tutti, a partire da chi è il principale artefice del ribaltone. Se anziché farsi prendere da smanie e pretese di autosufficienza avesse affrontato la situazione con maggiore lucidità oggi non avremmo un governo di sinistra».—
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