Gotovina tifa Ue, patto con Milanovic

Incontri “segreti” fra l’ex generale e il premier croato. I ministri degli Esteri a Bruxelles: Zagabria entri o sarà un disastro

TRIESTE. Cosa succede ai Banski dvori, la sede del governo croato? Lo scorso venerdì a pranzo con il premier Zoran Milanovi„ c’era un convitato illustre: l’ex generale ed ex galeotto di Scheveningen, Ante Gotovina. Una colazione segreta al punto che neppure le solite “talpe” hanno osato far trapelare nulla. L’unica dichiarazione ottenuta dal quotidiano Jutranji List è stata quella di un alto funzionario dell’esecutivo che ha voluto minimizzare l’importanza dell’incontro sostenendo che quel pranzo il premier lo aveva promesso a Gotovina il giorno del suo rientro a Zagabria dall’Aja dopo l’assoluzione dalle pesanti accuse di crimini di guerra.

Il fatto è, però, che quello era il secondo pranzo riservatissimo tra premier ed ex generale i quali si erano già incontrati in precedenza al ristorante “As” a Zelengaj, un rione della capitale croata. «Non si è parlato di politica», ha dichiarato un amico di Gotovina. Forse. Sta di fatto che la parabola “politica” dell’ex generale è tutta proiettata a vantaggio del centrosinistra attualmente al governo. Ricordiamo che Gotovina quando nel 2001 fuggì dalla Croazia con sulla testa il mandato di cattura internazionale spiccato dal Tribunale internazionale dell’Aja diventò una sorta di figura mistica del popolo di destra, dei reduci e della Chiesa. Quando poi l’anno scorso fu condannato a 24 anni di carcere per crimini di guerra fu elevato a simbolo della persecuzione del popolo croato e fu osannato soprattutto dagli eurofobici e dagli schieramenti più radicali. Eppure Gotovina dal carcere scrisse una lettera al momento del referendum sull’ingresso della Croazia nell’Ue in cui invitava i suoi concittadini a votare “sì”. Quando è tornato da eroe in patria la destra sperava che diventasse una sorta di vendicatore contro il centrosinistra al potere. Invece l’ex generale ha subito ringraziato il presidente Ivo Josipovi„ e il governo invitando addirittura i serbi nati in Croazia a fare ritorno a casa perché quella era anche la loro patria.

Va detto che anche l’attuale premier Milanovi„ ha dimostrato un forte rispetto nei confronti di Gotovina e questo anni prima di assumere la carica di primo ministro. Ma va anche detto che i socialdemocratici (Sdp) del premier storicamente hanno dimostrato posizioni nazionaliste (vedi il rapporto con le minoranze o il decentramento amministrativo e politico) più accentuate della stessa Hdz. Insomma Gotovina è “utile” al governo e il governo è “utile a Gotovina con il centrodestra che, seduto in un angolo, mastica amarissimo. E, forse non adesso, ma tra qualche anno la discesa in politica di Gotovina sembra più che probabile, magari come candidato all’Europarlamento nel 2014. Sarebbe la ciliegina sulla torta di una vita degna dei migliori personaggi di Ian Flaming. “Hasta siempre comandante Gotovina!”

E se Gotovina guarda all’Europa, l’Europa guarda alla Croazia. I ministri degli Esteri dei Ventisette ne hanno discusso lunedì scorso a Bruxelles. Ferme restando le ritrosie della Germania che ritiene Zagabria inadeguata per l’adesione il prossimo 1 luglio, fonti diplomatiche hanno invece dichiarato che, pur restando dei ritardi da parte della Croazia soprattutto nel settore giudiziario, il termine resta quello del 1 luglio. «Qualsiasi altra soluzione - hanno affermato - sarebbe una catastrofe». Sul “dossier” Serbia, la quale si aspetta di ricevere luce verde al processo di adesione già questo fine settimana, i capi della diplomazia dell’Ue temono che Belgrado, ricevuto il via libera rallenti il processo di dialogo con il Kosovo. Per questo hanno deciso di rinviare il tutto al prossimo giugno dopo la periodica relazione della Commissione. Kosovo che, invece, potrebbe aspirare a firmare il Trattato di associazione e stabilizzazione (primo passo verso l’adesione) anche se 5 Stati, Spagna in testa, Ue ancora non hanno riconosciuto la sovranità di Priština.

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