Gorizia, zaini dei profughi nascosti sugli alberi

GORIZIA. Tutto a terra. Coperte, zaini contenenti effetti personali e documenti, sacchetti di plastica con all’interno generi di conforto. I primi accampamenti al Parco della Rimembranza si presentavano così. Tutto sotto il sole. Poi, sono iniziati i controlli e le operazioni-pulizia disposte dal Comune di Gorizia ed eseguite dagli operatori di Isontina Ambiente: i profughi hanno iniziato così ad occultare le proprie (povere) cose fra i cespugli, sotto le panchine, negli anfratti dei monumenti per paura che sparissero o venissero “requisiti”. Ma, alla fine, tutto veniva individuato, raccolto, in alcuni casi gettato nei camion della nettezza urbana. Ieri mattina, la scoperta. I richiedenti-asilo hanno aguzzato l’ingegno e hanno utilizzato le folte fronde degli alberi per nascondere sacchi e zaini contenenti coperte, cibo, bevande, effetti personali. Si sono arrampicati sugli abeti e hanno utilizzati i rami a mò di scaffali, dimostrando paradossalmente anche un certo ordine nella loro disposizione.
Sono da poco passate le 9.15, ieri mattina. E sono in piena attività gli operatori di Isontina Ambiente e quattro agenti della Polizia municipale.
«Avevamo chiesto la partecipazione anche di funzionari della Prefettura - farà sapere più tardi l’assessore comunale all’Ambiente, Francesco Del Sordi - ma non si è presentato nessuno». Ad un certo punto, un operaio di Isa alza gli occhi e scopre che sui rami degli alberi ci sono... sacchi neri della spazzatura. Chi li avrà messi? Chi si sarà inerpicato così in alto per nasconderli? Segnala immediatamente il fatto ai vigili urbani. Il problema, ora, è recuperarli per vedere cosa c’è dentro, cosa nascondono. Ed è in quel momento che spunta un richiedente-asilo che si mette a disposizione della Polizia municipale: mettendo in mostra una grandissima agilità si arrampica in quattro e quattr’otto sull’abete e getta a terra sacchi, zainetti e contenitori di vario genere. «Ci mancava pure questa - abbozza un operatore di Isontina Ambiente -. Ora dovremo iniziare a cercare guardando anche in alto, sugli alberi».
I “proprietari” di quei sacchi si avvicinano agli operatori ecologici e ne ottengono la restituzione. Tutto accade con estrema tranquillità, il tono della voce rimane normale, la temperatura non sale. «Ma questo non è un bivacco a cielo aperto. Tenete in ordine questo Parco perché è un luogo sacro per i goriziani», si affannano a ripetere i vigili urbani. A loro e agli operatori di Isa sono state date poche e precise istruzioni. Si portano via solamente i sacchi, i rifiuti e le coperte incustodite. Tutto il resto deve essere recuperato dai richiedenti-asilo. «Istruzioni che abbiamo dato anche in occasione delle precedenti operazioni-pulizia», si affretta a spiegare Del Sordi.
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