Gorizia, vincono gli studenti del Fabiani ripristinato il riscaldamento

La “protesta dei cappotti” ha avuto gli esiti sperati: i tecnici hanno riparato il guasto alla caldaia. La preside Condolf: «L’impianto è datato e non c’è da stupirsi se mostra segni di stanchezza»
Bumbaca Gorizia 08_11_2017 Istituto D'arte Fabiani sciopero studenti per il freddo © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 08_11_2017 Istituto D'arte Fabiani sciopero studenti per il freddo © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Freddo a scuola: lo sciopero degli studenti del Fabiani di Gorizia

Torna il sereno, o per meglio dire il caldo, al liceo artistico Max Fabiani di piazza Medaglie d’Oro. Nel primo pomeriggio di ieri, infatti, il lavoro dei tecnici sull’impianto di riscaldamento della scuola, il cui guasto aveva dato il là alla protesta degli studenti, ha avuto buon esito. E così, come ha avuto modo di annunciare l’assessore all’istruzione Ferdinando De Sarno, da questa mattina le temperature nelle aule torneranno ad essere quelle ideali. Emergenza superata in tempi brevi, quindi, come aveva auspicato anche la preside Anna Condolf, reggente dell’Itas “D’Annunzio” e dell’artistico “Fabiani”, dopo essersi confrontata tra gli altri con l’ingegner Giordano Scaramuzza dell’Uti.

La stessa Condolf, però, allarga lo sguardo ben al di là dell’episodio delle ultime ore.

Bumbaca Gorizia 08_11_2017 Istituto D'arte Fabiani sciopero studenti per il freddo © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 08_11_2017 Istituto D'arte Fabiani sciopero studenti per il freddo © Fotografia di Pierluigi Bumbaca


«Resta il fatto che l’impianto di riscaldamento della struttura di piazza Medaglie d’Oro è molto datato – aveva spiegato già nella mattinata di ieri –, ha circa 60 anni di vita e da questo punto di vista sta facendo decisamente gli straordinari, non c’è da stupirsi se mostra segni di stanchezza. Per questo dico che non è possibile continuare a rispondere alle esigenze delle scuole solo quando capita, come in questi casi, un’emergenza. Ci pensa già il fato, l’imponderabile, a metterci in situazioni critiche, per il resto serve operare con costrutto: bisogna definire il piano dei bisogni delle scuole, le manutenzioni e tutti gli interventi, e bisogna chiarire un organigramma di riferimento. Un tempo il mondo della scuola sapeva esattamente a chi rivolgersi per ogni esigenza, ora che la Provincia non c’è più questo sistema è collassato».

Freddo a scuola, lo "sciopero delle coperte" a Gorizia
Bumbaca Gorizia 08_11_2017 Istituto D'arte Fabiani sciopero studenti per il freddo © Fotografia di Pierluigi Bumbaca


Proprio la preside Condolf, del resto, in tempi non sospetti sul finire della scorsa estate aveva denunciato la scarsa chiarezza organizzativa seguita alla rivoluzione delle Uti. «Così questa situazione mi sorprende fino ad un certo punto – ammette –, così come mi aspettavo che prima o poi esplodesse la protesta degli studenti. Che posso comprendere, e che spero serva a rafforzare il messaggio che mandiamo da tempo. Questioni come aperture o chiusure, garanzie per il diritto allo studio, sicurezza o caldo e freddo nelle aule non sono optional, ma priorità delle quali le amministrazioni devono tenere conto». Insomma, quanto accaduto nelle scorse ore in piazza Medaglie d’oro va ben al di là del singolo episodio (e peraltro i problemi con gli impianti di riscaldamento e le lezioni svolte con i giubbotti addosso in classe sono un qualcosa che si ripete purtroppo con una certa frequenza ogni inverno in diverse scuole del Paese, della regione e di Gorizia), ma diventa esempio emblematico degli effetti del passaggio di competenze sulle scuole dopo la soppressione della Provincia.
 

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