Gorizia, «Un gancio era precario». Una foto dell’aprile 2019 riapre interrogativi sul pozzo della tragedia
GORIZIA Era il primo aprile 2019. Antonio Madama, nostro affezionato lettore, ricorda ancora quella giornata. Scattò una foto al pozzo che si trova nel giardino di palazzo Coronini: quello stesso pozzo, tragicamente salito alla ribalta della cronaca, in cui trovò la morte, nel luglio scorso, il tredicenne Stefano Borghes. Volle immortalare allòra quel manufatto perché era attirato da una misteriosa scritta latina sul basamento in cui compare la parola “Adluo”. Da appassionato di storia locale volle documentarsi e approfondire.
Al di là dei suoi interessi linguistici e storici, gli è tornata nei giorni scorsi, fra le mani, quell’immagine. E, immediatamente, la sua attenzione è andata a quei ganci che avrebbero dovuto rendere stabile e sicura la copertura all’imbocco del pozzo. E si vede, effettivamente, che almeno uno di essi era probabilmente già precario all’epoca, quando la foto venne scattata, nell’aprile di un anno fa. «Non vorrei che proprio quel supporto non abbia fatto il suo lavoro. Non so se, in data posteriore, il pozzo sia stato restaurato e, con esso, pure il gancio ma la foto mi ha inquietato parecchio. Mi sono immedesimato nel ragazzino: lui che si inginocchia per recuperare il foglietto e precipita nel vuoto dopo che la copertura crolla».
Per Madama era un peso avere quella foto e tenerla per sé: «Forse non servirà a nulla, forse gli inquirenti la riterranno superflua ma ho ritenuto fosse giusto rendere pubblico quello scatto».
Fino a questo momento di certo c’è solo che secondo quanto raccontato dal compagno di squadra di Stefano, la copertura all’inizio era stabile e ha retto il peso del ragazzo. Soltanto dopo diversi secondi ha ceduto, facendo precipitare nel vuoto il giovane. Il decesso di Stefano era avvenuto nel corso di una gara di orienteering organizzata nell’ambito del centro estivo promosso dal coordinamento delle Parrocchie di Gorizia.
Le indagini, a che punto sono? L’area del pozzo continua ad essere sotto sequestro e la Procura starebbe valutando se effettuare un contraddittorio fra le parti relativamente proprio alle condizioni del manufatto. —
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