Gorizia, trovate ossa umane nel bosco di via Brass

GORIZIA Stavano effettuando lavori di manutenzione e messa in sicurezza del verde pubblico, nell’area più selvaggia del parco della Valletta del Corno, a Gorizia, in via Italico Brass, a due passi dal centro. Avevano iniziato da qualche ora quando, all’improvviso, dai rovi e dalla fitta boscaglia sono apparse delle ossa umane. C’erano anche brandelli di vestiti: vestiti inequivocabilmente femminili.
Immediatamente, gli operai del Comune di Gorizia hanno stoppato i lavori. A fare la macabra scoperta il responsabile del settore “Verde pubblico” del Comune, Pierpaolo Pischiutta, che ha allertato il comandante della Polizia locale, Marco Muzzatti. Questi ha girato la chiamata alla Polizia che è accorsa, in pochi istanti, in loco con due pattuglie delle Squadre volanti e della Squadra mobile. Effettivamente, erano resti umani, la constatazione degli agenti. E l’hanno potuto confermare, poco più tardi, gli uomini della Scientifica che, per diverse ore, hanno effettuato tutti i rilievi del caso, tenendo a debita distanza passanti e curiosi.
Il ritrovamento è avvenuto in una zona particolarmente impervia e ricoperta da vegetazione selvaggia. Impossibile vederla dalla strada soprastante.
A chi appartengono quelle ossa? Forse, la chiave è in una patente di guida sgualcita, scolorita ma fortunatamente ancora leggibile che risulta essere intestata a una donna nata nel 1951 a Trieste e residente a Monfalcone, scomparsa un paio di anni fa dalla città dei cantieri. La Polizia mantiene stretto riserbo sulle sue generalità. «È ancora prematuro sbilanciarsi, ci vorrà del tempo», fanno sapere gli inquirenti. Si tratta ora di capire se il documento d’identità, che si trovava proprio accanto ai resti umani, appartenesse alla donna deceduta. Se così sarà, buona parte del giallo sarà risolta.
Le cause della morte? Trattandosi di ossa, è estremamente difficile dare una risposta, se non certa almeno plausibile, a tale quesito. Anche se la Polizia sembra propendere per un atto estremo e deliberato (un suicidio) o un malore, accusato forse mentre la donna stava effettuando una passeggiata o un’escursione. Poi, il freddo avrebbe fatto il resto. Era dicembre e le temperature erano bassissime.
Le ossa erano lì da parecchio tempo, forse da una paio di anni, ma gli accertamenti sono in corso. «E nessuno si è potuto accorgere della loro presenza perché si trovavano in una boscaglia fitta, piena di alberi, rovi e cespugli. Inoltre, il luogo del ritrovamento è piuttosto lontano dalla strada, da via Brass, e nelle immediate vicinanze non ci sono abitazioni», spiega il capo di gabinetto della Questura di Gorizia, Nicolò Toresini.

Per l’intero pomeriggio, c’è stato un continuo viavai di poliziotti e del magistrato di turno che ha disposto il sequestro dell’area, consentendo però agli operai di continuare i lavori di disboscamento in un’altra zona. «Gli operai comunali - spiega il comandante della Polizia locale, Marco Muzzatti - stavano effettuando i lavori di messa in sicurezza della boscaglia quando, ad un certo punto, sono stato avvertito del macabro ritrovamento. A quel punto, abbiamo avvertito chi, di solito, svolge queste operazioni».
Fa eco l’assessore comunale all’Ambiente, Francesco Del Sordi. «Si tratta di lavori che interessano la parte più selvaggia della Valletta e le scarpate che portano al torrente Corno. Sono terreni - spiega - di proprietà sia del Demanio idrico della Regione, sia (in minima parte) del Comune. Abbiamo intrapreso questa operazione per ripulire l’area, metterla in sicurezza e rimuovere gli alberi che erano caduti in occasione delle burrasche degli ultimi sei mesi. Nessuno pensava che potessero nascondere un cadavere».
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