Gorizia, «troppe Mercedes sotto le case Ater»

Il presidente provinciale di Confedilizia Carlo del Torre sui canoni degli alloggi popolari. «Non tutti sono così bisognosi»
Bumbaca Gorizia 21.10.2014 ATER via della Bona edificio esterno Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 21.10.2014 ATER via della Bona edificio esterno Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA «Ci sono troppe Mercedes nei garage delle case Ater». Il presidente provinciale dell’Associazione della proprietà/Confedilizia Carlo del Torre non le ha mai mandate a dire. E non lo fa nemmeno oggi, alla luce degli aumenti dei canoni delle case Ater determinati dall’introduzione dell’Isee.

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Cosa vuole dire? Che c’è il sospetto (secondo lui «più che fondato») che non tutti coloro che risiedono in un alloggio popolare siano realmente poveri, bisognosi, in condizioni di disagio sociale ma c’è anche qualcuno che “ci marcia”.

Altrimenti, non sarebbe spiegabile l’esistenza di una fascia C riservata agli inquilini Ater con un’Isee superiore a 33.344 euro. Significa, in altre parole, che fra gli assegnatari (il 2%) c’è anche chi può tranquillamente rivolgersi al libero mercato, senza risiedere in una casa popolare.

«Leggendo il servizio de “Il Piccolo” sugli affitti Ater pubblicato ieri viene da dire: finalmente! Da vari lustri l’associazione che presiedo auspicava una simile svolta, come questo giornale ha in più occasioni riportato.

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Bumbaca Gorizia 26.05.2016 Conf stampa Ater © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Ora il reddito non è più l’unico criterio per assegnare le case popolari, ma si farà riferimento al pur discusso e discutibile Isee, che in qualche modo considera da un lato il patrimonio della persona e dall’altro i debiti».

Ma c’è il rovescio della medaglia. Ovvero, il paradosso. «Utilizzando questo parametro, però, non bisogna cadere in facili errori: avere un Isee di 30.000 euro ad esempio, spesso significa avere redditi superiori a quella somma. Con questo l’Ater dovrebbe avere il coraggio di fare il passo successivo: togliere l’assegnazione a coloro che possono rivolgersi al libero mercato delle locazioni.

Redditi o Isee da 30.000 euro sono decisamente dignitosi e consentono ampiamente di rivolgersi al mercato delle locazioni private, soprattutto se certe riduzioni Isee dipendono da finanziamenti fatti per coprire spese voluttuarie come televisori al plasma e serate al dancing. L’effetto di questo ripulisti sarebbe vedere meno Mercedes nei garage delle case Ater e soprattutto mettere a disposizione questi alloggi a chi ne ha veramente bisogno».

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Una protesta contro gli sfratti, in un'immagine d'archivio. ANSA/ LUCA ZENNARO

Del Torre attacca con forza e lancia un monito all’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale: «Scopo dell’Ater non è produrre redditi da locazione, ma dare un tetto dignitoso a chi non riesce a permetterselo e possibilmente solo per il momento di effettiva emergenza.

Quindi, il prossimo passo è avere il coraggio di “sloggiare” chi può procurarsi la casa altrove, perché negli anni ha raggiunto una discreta posizione reddituale e dedicarsi alle fasce effettivamente deboli della popolazione. Certo, sarebbe bello che l’Ater diventasse un ente inutile, per assenza di persone da assistere, ma questo purtroppo lo troveremo solo in Paradiso».

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