Gorizia: tribunale, via un altro giudice. E' paralisi

Se ne va anche Ferretti e restano solo in quattro. L’assemblea degli avvocati isontini si prepara alla mobilitazione
L’assemblea degli avvocati del Foro di Gorizia (foto di Pierluigi Bumbaca)
L’assemblea degli avvocati del Foro di Gorizia (foto di Pierluigi Bumbaca)

GORIZIA Il Tribunale di Gorizia perde un altro giudice e l’attività giudiziaria è ormai vicina alla paralisi completa. Il presidente Sansone convoca un vertice con il procuratore capo Lia e i presidenti dell’Ordine Gaggioli e della Camera penale Marchiori. Intanto gli avvocati isontini riuniti in assemblea si preparano alla mobilitazione.

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LA PARALISI. In apertura dell’assemblea dell’Ordine degli avvocati della provincia di Gorizia, che si è tenuta ieri nell’aula dell’ex Corte d’Assise del Tribunale, il presidente Gaggioli ha informato i colleghi della prossima partenza del giudice Francesco Ferretti.

Da pochi mesi spostato dal civile al penale, soprattutto per poter comporre l’organo collegiale che celebra i processi più rilevanti, Ferretti ha ottenuto il trasferimento richiesto in altra sede. Significa che se non giungeranno giudici di rinforzo provenienti da Tribunali appartenenti al distretto della Corte d’Appello si bloccheranno molti processi e tra questi anche quello sugli appalti truccati. La notizia data da Gaggioli è stata accolta dagli avvocati con un mormorio che ha tradito una certa ironia piuttosto che sorpresa.

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A questo punto l’organico dei giudici del Tribunale di Gorizia, tra penale e civile, scende a quattro unità più il presidente Sansone. Tra incompatibilità e altre questioni procedurali già oggi è molto complicato allestire un collegio giudicante, esercizio che diventerà impraticabile da maggio quando si assenterà per maternità un’altra giudice.

Ma se anche si riuscisse a individuare un collegio molto probabilmente gli avvocati difensori degli imputati non darebbero il consenso all’acquisizione da parte del nuovo collegio del materiale (prove, testimonianze, ecc) emerso nelle precedenti udienze con altro collegio.

L’ASSEMBLEA. Dei 250 avvocati iscritti all’Ordine erano presenti solo 56. Un’assenza “vistosa” che rende più complicata l’azione che gli avvocati intendono attivare a difesa del Tribunale di Gorizia. «Una vera e propria azienda - hanno più volte sottolineato Gaggioli e Marchiori - ,forse la più grande azienda del Goriziano». Si riferiscono ai dati svelati nell’intervista a "Il Piccolo" di Sansone.

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Il presidente ha ricordato, tra l’altro, che nel 2015 sono stati distribuiti ai creditori quasi 18 milioni di euro dalle aste giudiziarie, procedure distribuite su tanti avvocati locali che di questi incarichi hanno beneficiato per resistere alla crisi che anche in questo settore sta mettendo a dura prova i professionisti.

«E se passeremo sotto il Tribunale di Trieste - ha ricordato Gaggioli - sarà ancora peggio per noi, soprattutto per i colleghi più giovani». L’assemblea di ieri è stata disertata in particolare dagli avvocati del Monfalconese. «Per noi - ha confessato uno dei pochi presenti - lavorare al Tribunale di Trieste non sarebbe un problema. Il salvataggio del Tribunale è una partita soprattutto goriziana».

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Quanto alle proposte operative l’assemblea è parsa non avere le idee chiarissime. Sicché le varie opzioni saranno raccolte e ordinate in un documento a cura dell’Ordine. Le proposte spaziano dall’ennesimo appello ai parlamentari isontini e al sindaco Romoli alla diffusione di una lettera-appello ai cittadini isontini per sensibilizzarli sul problema; dall’indizione di un referendum popolare alla raccolta di firme; dall’affidare a società di comunicazione la diffusione delle istanze degli avvocati all’astensione.

Tante idee ma confuse e, soprattutto, provenienti da solo un quinto degli iscritti. Chi si aspettava un maggior decisionismo dell’assemblea è rimasto deluso. Ma è evidente che nonostante la situazione del Tribunale sia vicinissima al collasso non è ancora percepita dalla collettività la sua effettiva gravità. Desta curiosità infine il silenzio dei sindacati: a rischiare di più sono i dipendenti di cancelleria e il personale amministrativo.

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