Gorizia, saliti a 130 i profughi senza convenzione FOTO

GORIZIA «Siamo punto e a capo». Don Paolo Zuttion, direttore della Caritas diocesana di Gorizia, allarga le braccia manifestando un senso di impotenza.
In pochissimi giorni il numero dei richiedenti-asilo senza convenzione è lievitato notevolmente e ha raggiunto quota 130. Soltanto nelle ultime ore, si sono aggiunte altre 25 persone, fra le quali una donna: tutte avrebbero dichiarato di essere arrivate qui dalla Germania ma si tratta di affermazioni che devono essere ancora verificate dalla Polizia di frontiera.
Strutture strapiene Dove dormono? «Una quota - spiega don Zuttion - siamo riusciti a sistemarla al dormitorio Faidutti in Piazzutta, una cinquantina pernotta negli spazi parrocchiali della Madonnina. Ma, ormai, spazio non ce n’è più. Tutte le strutture a nostra disposizione traboccano di richiedenti-asilo. Siamo in difficoltà».
I volontari si stanno facendo in quattro per garantire la miglior accoglienza possibile ai profughi. E rinnovano l’appello alla cittadinanza: «Vi chiediamo di cuore di darci una mano: servono assolutamente coperte. Non si può non pensare ai bisognosi. Vi preghiamo di fare qualcosa. Vanno bene anche coperte che avete in soffitta o in cantina. Potete farlo anche in forma anonima (come è già successo). Potete portarle in Madonnina. Grazie».
Intanto, un gruppo di richiedenti asilo è stato nuovamente “avvistato” in riva all’Isonzo. Non è chiaro se i profughi hanno anche pernottato in the jungle ma, sicuramente, hanno passato la giornata lì. Il questore Pillinini, dal canto suo, annuncia: «Stiamo lavorando per alleggerire Gorizia dalla presenza di richiedenti-asilo. Verranno spostati altrove».
Il Pd passa all’azione Un’urgente convocazione dell’Ambito socio-assistenziale con prefetto e assessore regionale, per individuare un sistema di accoglienza dei migranti sostenibile che, accanto a strutture più grandi per la prima accoglienza, e complementari a convenzionate più grandi come quelle presenti a Gorizia e lo stesso Cara di Gradisca: un Cara di cui peraltro è urgente il ritorno alla “normalità” e quindi ad una soglia numerica bel al di sotto della saturazione oramai sostanzialmente raggiunta.
A chiedere l’iniziativa è il segretario provinciale del Partito Democratico, Marco Rossi. Lunedì scorso, nell’ambito della riunione provinciale degli amministratori del Pd, si è discusso anche di accoglienza diffusa. «Ho chiesto agli amministratori di essere disponibili a fare ancora di più sollecitando una riunione con il prefetto, l’assessore regionale Torrenti e i due ambiti socio-assistenziali dell’Alto e del Basso Isontino».
«L’assessore Romano del Comune di Gorizia colga questa disponibilità. Le tendopoli non possono che essere una soluzione-tampone di tipo emergenziale, e le notizie di questi giorni confermano che l’emergenza non è affatto superata. Attraverso l’Ambito si potrebbe individuare un tipo di gestione che individui piccole strutture private, anche semplici appartamenti, come già fatto in alcuni Comuni, e che sarebbero sostenibili anche nei comuni più piccoli. Spero che lo stesso Prefetto colga questa disponibilità politica sollecitando l’incontro. Nei giorni scorsi - rivela Marco Rossi - l’assessore regionale Torrenti mi ha confermato, in occasione di un incontro a Gradisca, la sua disponibilità a partecipare e credo quindi si possa e si debba agire in fretta. Di certo, sarebbe grave se invece la giunta Romoli, che nulla fa in concreto in città sul tema migranti lasciando tutto il peso sui volontari e sulla disponibilità delle strutture diocesane e parrocchiali, non cogliesse questa disponibilità continuando solo a lamentarsi», conclude Rossi.
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